Una risposta a “Le tre da ricordare: Manovra al Senato, lo sciopero generale, l’occidente e la Libia

  1. Caro Direttore,

    inizierò con il rappresentarLe tutto il mio disappunto nei confronti delle argomentazioni sindacali relative alla proclamazione dello sciopero previsto per la giornata di domani.

    Se è pur vero che l’art 39 della Costituzione prevede che i Sindacati ” possono stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce”, allo stato non mi risulta che il principio assoluto del Favor Legis sia mai stato abrogato.

    Una cosa è sostenere la presunta anticostituzionalità di una norma e richiederne la declaratoria alla Consulta, altro è dichiararne unilateralmente la non conformità ai dettati costituzionali. Troppo spesso, negli ultimi anni, ho assistito in silenzio a ciceroni, talvolta senza arte nè parte, taccianti di anticostituzionalità questa o quella norma: ci si limiti a rappresentare la volontà di ricorso alla Consulta per ottenerne soddisfazione adducendo, eventualmente, le motivazioni. Sia ben chiaro, Signori miei: la libertà di espressione non comprende il diritto di sentenza, tantomeno di naura costituzionale, ed è ora che tutti ci si attenga a tale impedimento. “Presenteremo ricorso alla Consulta”, e non “questa norma è anticostituzionale”: prendano buona nota.

    Tornando a noi, considerando l’orientamento della Corte appalesato negli ultimi anni e la costante giurisprudenza, sembra alquanto pittoresco definire una norma in deroga quale contraria al principio derogato, dato che l’atto di derogare presuppone la piena coscienza, appunto, di quanto derogato. Siamo al dilettantismo, o, quantomeno, alla pura pretestuosità.

    Se poi, infierendo, si argomentasse che il richiamo all’art 39 della Carta risulta essere di natura prettamente corporativa (rapporti civilistici di rappresentanza sindacali) e che altra cosa sarebbe un eventuale richiamo all’art 41, ” L’iniziativa economica privata è libera e non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”, risulta del tutto evidente quale potrebbe essere la distonia tra le attuali rivendicazioni e gli eventuali futuri effetti dello sciopero (non ve ne sarà alcuno).

    Tanto basta.

    Per quanto attiene la manovra, è del tutto evidente, almeno agli occhi di chi scrive, che non tanto i veti incrociati, ma i futuri assetti dei due partiti di maggioranza, ne abbiano segnato il cammino.
    Il quotidiano stillicidio dello spread btp-bund assicura che altre manovre verranno indipendentemente dal governo in carica: ciò che oggi è stato accantonato, diverrà argomento di discussione. Prepariamoci ad assistere alla solita pantomima su pensioni, patrimoniale, cartolarizzazione, scudi fiscali e chi più ne ha più ne metta. E’ come al circo: più ne entrano e più animali si vedono. Una preghiera: ci si risparmi un’altro sciopero, lo dico nell’interesse di tutti.
    La cosiddetta gente comune (quella veramente comune) ha visto gli scioperi in Grecia, li ha commentati e giudicati. Se qualcuno pensa di seguire la stessa strada, si prepari ad una cocente disfatta. Lo sciopero di domani, scrivo la sera del 5 Settembre, ne sarà una prova lampante.
    Non sono un mago, nè un veggente, sia chiaro: è che sono solito guardarmi attorno e dire cosa vedo e sento. Time will say, dicono gli Inglesi che di scioperi se ne intendono.

    Per ultimo, la Libia.
    Che dolore. Un dolore viscerale, indescrivibile.
    Equilibri internazionali, interessi economici, la Corte dell’Aja e quant’altro: tutto corretto, sacrosanto, ma il dolore permane.
    Ho rivissuto i momenti del canale di Suez, delle pretese coloniali, della reazione, degli accordi economici, dei morti. Tanti morti. Troppi morti.
    Ma dove sono le bandiere della pace? E i pacifisti? L’ONU?

    No, il dolore è troppo forte. Mi scusi, ma ne parleremo un’altra volta.

    Cordialmente,

    Aleppe

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *