3 risposte a “Ditelo a Matteo!

  1. Egregio Direttore Liguori,
    Le scrivo per dirlo a Matteo. In particolare vorrei raccontare a Lei, a Matteo e a Dario Nardella, suo successore a Sindaco di Firenze, come ragionano i burocrati fiorentini.
    Se infatti mi indica un recapito mail dove poterLe inviare la corrispondenza intercorsa con i funzionari dell’amministrazione comunale di Firenze diretta da Matteo Renzi, potrà avere l’ennesima conferma che, parafrasando Crozza e Costanzo, “la madre dell’ovvio è sempre incinta”. La burocrazia è e sarà sempre stupida, arrogante e continuerà a opprimere questo Paese.
    In attesa
    Raffaele D’Aniello

  2. Buongiorno, vorrei sottolineare che nel disastro del crollo della torre nel porto di Genova, oltre ai sopravvissuti c’è anche la testimonianza di chi non è riuscito a sopravvivere, attraverso il messaggio che mio figlio Giuseppe Tusa, ha lasciato con le mani tutte maciullate. LUI ha cercato con tutte le sue forze a salvarsi la vita, ce lo dicono le sue mani che hanno cercato di scavare o arrampicarsi. Nonostante, il sopravvissuto Giorgio Meo, abbia subito informato, i soccorsi, che i suoi colleghi si trovassero dentro l’ascensore e li sentiva anche lamentare, nessuno ha ritenuto opportuno coordinare subito le operazioni tali a cercare di salvare le vite che disperatamente cercavano la salvezza. Le competenze professionali di direttive ai soccorsi sono state adeguatamente corrette??? Nonostante le mie varie istanze alla procura di Genova e vari colloqui con il P.M. Walter Cotugno, ad un anno dalla morte di mio figlio, ancora, non mi è stato permesso accedere ai verbali delle operazioni di soccorso in quella notte. Non conosco come e dove è stato trovato mio figlio, da chi è stato rinvenuto, l’ora della morte, quanto è durata la sua agonia e se si sarebbe potuto salvare……Io Adele Chiello, in quanto madre di Giuseppe Tusa, ho il diritto legittimo ad avere tutte le risposte e la Magistratura ha il dovere di indagare sulle responsabilità e non a sostenere che non è rilevante ai fini processuali, ma è mio compito produrre le prove x valutarne un eventuale apertura di fascicolo. In quale paese mi trovo???? Dopo il danno anche la beffa, mio figlio in quanto vittima, dovrebbe avere dalla sua parte la magistratura, invece io devo improvvisarmi investigatrice!!!!!!! La procura non può anche sostenere che non si era preparati per una catastrofe del genere…. Tutto questo, in un paese civile non sarebbe dovuto succedere…Niente sicurezza, niente soccorsi, niente valutazioni dei rischi in un sito insidiato da tanti pericoli e la storia ce li racconta. Tutto questo poteva e doveva essere EVITATO. Auspico che la vostra informazione mi aiuti affinchè si ridia dignità alle vittime, almeno, con il diritto alla verità di GIUSTIZIA, senza sconti x nessuno, auspico che non finisca questo processo come sempre insabbiato ALL’ ITALIANA. ADELE CHIELLO VEDOVA TUSA.

  3. adele chiello Scrive:
    12 giugno 2014 alle 15:51
    Buongiorno, vorrei sottolineare che nel disastro del crollo della torre nel porto di Genova, oltre ai sopravvissuti c’è anche la testimonianza di chi non è riuscito a sopravvivere, attraverso il messaggio che mio figlio Giuseppe Tusa, ha lasciato con le mani tutte maciullate. LUI ha cercato con tutte le sue forze a salvarsi la vita, ce lo dicono le sue mani che hanno cercato di scavare o arrampicarsi. Nonostante, il sopravvissuto Giorgio Meo, abbia subito informato, i soccorsi, che i suoi colleghi si trovassero dentro l’ascensore e li sentiva anche lamentare, nessuno ha ritenuto opportuno coordinare subito le operazioni tali a cercare di salvare le vite che disperatamente cercavano la salvezza. Le competenze professionali di direttive ai soccorsi sono state adeguatamente corrette??? Nonostante le mie varie istanze alla procura di Genova e vari colloqui con il P.M. Walter Cotugno, ad un anno dalla morte di mio figlio, ancora, non mi è stato permesso accedere ai verbali delle operazioni di soccorso in quella notte. Non conosco come e dove è stato trovato mio figlio, da chi è stato rinvenuto, l’ora della morte, quanto è durata la sua agonia e se si sarebbe potuto salvare……Io Adele Chiello, in quanto madre di Giuseppe Tusa, ho il diritto legittimo ad avere tutte le risposte e la Magistratura ha il dovere di indagare sulle responsabilità e non a sostenere che non è rilevante ai fini processuali, ma è mio compito produrre le prove x valutarne un eventuale apertura di fascicolo. In quale paese mi trovo???? Dopo il danno anche la beffa, mio figlio in quanto vittima, dovrebbe avere dalla sua parte la magistratura, invece io devo improvvisarmi investigatrice!!!!!!! La procura non può anche sostenere che non si era preparati per una catastrofe del genere…. Tutto questo, in un paese civile non sarebbe dovuto succedere…Niente sicurezza, niente soccorsi, niente valutazioni dei rischi in un sito insidiato da tanti pericoli e la storia ce li racconta. Tutto questo poteva e doveva essere EVITATO. Auspico che la vostra informazione mi aiuti affinchè si ridia dignità alle vittime, almeno, con il diritto alla verità di GIUSTIZIA, senza sconti x nessuno, auspico che non finisca questo processo come sempre insabbiato ALL’ ITALIANA. ADELE CHIELLO VEDOVA TUSA.

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