Una risposta a “Aridatece Fanfani

  1. Caro Liguori a proposito dell’ affaire delle Banche vorrei darle i miei commenti poiché sono entrato in Banca nell’ ottobre del 1953 e ne sono uscito a 61 anni il 31 gennaio 1989. Ancorché laureato in scienze politiche (tesi in politica economica) ho cominciato a fare i pacchi di roba da mandare in archivio e, a furia di lavorare (almeno 10 ore al giorno) e studiare sono uscito come alto dirigente della Direzione Generale dell’ istituto dopo aver trascorso, fra l’ altro circa dodici anni all’ estero (medio Oriente – Turchia, Libia, Libano e ancora Turchia come direttore della Filiale).
    Quando entrai in Banca vigeva una ottima legge Bancaria risalente al 1936 (credo) che alle banche commerciali vietava di effettuare operazioni di provvista (raccolta risparmio) e investimenti a più di 18 mesi. Non potevamo fare neppure i mutui ipotecari. Questa legge successivamente cambiata, credo sotto uno dei governi Amato, cancellò quelle norme restrittive per cui tutte le Banche diventarono generaliste.
    Il sindacato di vigilanza sul sistema bancario nazionale è prerogativa esclusiva della Banca d’ Italia la quale è deputata ad autorizzare l’ apertura di nuovi sportelli e dunque a vigilare in maniera stringente sulle attività di tutte le Banche e dovrebbe anche accertarsi delle capacità tecniche del Personale, specie delle piccole le quali potrebbero non avere elementi convenientemente preparati alla valutazione dei rischi ed alla conseguente erogazione dei fidi E ciò soprattutto nei piccoli centri dove si conoscono tutti, ci sono zii, cugini e quant’altro oltre alla presenza di notabili politici e non che finiscono nei consigli di Amministrazione e manovrano, come è emerso, in un groviglio di interessi e di “do ut des” compresi affidamenti bancari anche di notevoli proporzioni che le strutture delle Banche locali spesso non sono in grado di reggere in caso di default.
    Credo che proprio per sopperire a situazioni di questo genere le Banche in questione siano state costrette, credo di aver capito, proprio dall’ Istituto di vigilanza ad aumentare il capitale. I Soci evidentemente a fronte di una situazione deteriorata si sono dati alla macchia, per il chè è stato necessario ricorrere alla emissione di obbligazioni subordinate che si avvicinano molto tecnicamente al capitale di rischio ma restano giuridicamente pur sempre dei debiti in quanto produttive di interessi. Ma l’ Istituto di vigilanza che probabilmente ne ha autorizzato l’ emissione doveva vietare tassativamente il piazzamento presso investitori privati i quali peraltro sono stati allettati da un tasso di rendimento spropositato rispetto al mercato (7% e oltre) e non si sono chiesti il perché! E il Direttore Generale della Banca d’ Italia non può venire oggi a dire che ci vorrebbe una disposizione di legge per vietare la vendita di tali titoli agli sportelli!!!
    Ho sentito questa mattina da uno dei suoi ospiti che il famoso decreto ha chiuso le predette Banche ormai decotte trasferendo debiti e crediti a nuove istituzioni sulla cui natura tecnico/giuridica nulla si conosce, azzerando il capitale delle vecchie e anche le famigerate obbligazioni subordinate. A mio modo di vedere dette obbligazioni che rappresentavano pur sempre un credito, anche se subordinato, non potevano essere azzerate. La subordinazione infatti è una caratteristica che agisce sul versante degli altri creditori e vuol dire che detto credito, in caso di ripartizione dell’ eventuale attivo della Società fallita, verrà soddisfatto se ed in quanto residuasse qualche centesimo dopo che tutti gli altri creditori fossero stati soddisfatti. Ciò non toglie però che, nel caso presente, se queste obbligazioni fossero state inserite al passivo delle nuove Società(?), come avrebbe dovuto essere, alla scadenza, quale che fosse, sarebbero state rimborsate. Perché togliere agli odierni portatori questa possibilità? E non serve dire che questi titoli si somigliano molto al capitale di rischio perché sono e restano inequivocabilmente e giuridicamente dei crediti! G. Gambatesa 15/12/2015

Rispondi a Gioacchino Gambatesa Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *