Una risposta a “2017, fuga da Matteo

  1. Caro direttore, in questa puntata sono state svolte molte argomentazioni sulla politica svolta dagli eletti in rappresentanza del popolo, anzi sulla dea politica. Anche i cittadini, quando vanno a votare, fanno politica e cercano di indirizzare gli atti del futuro governo verso quegli obiettivi dichiarati ufficialmente da chi vuole essere eletto, perché li considerano giusti e opportuni per sé stessi e per l’intera comunità nazionale. Possono avere una delusione: il loro partito o la loro coalizione non vince e dovranno subire una gestione governativa lontana da quello che si sarebbero augurati. E questo fa parte del rischio a cui è esposta la politica fatta dai cittadini. Ma la politica fatta dai cittadini non dovrebbe mai subire la disfatta del travaso di alcuni eletti verso altre formazioni per sostenere una gestione governativa lontana dalle intenzioni di chi ha dato i voti. E’ inutile elevare la politica praticata in parlamento a qualcosa di natura olimpica. Il cittadino ragiona terra terra, e classifica questo un disonorevole tradimento. In caso di dissenso, all’eletto che ci ripensa, rimane la molto onorevole dimissione dalla camera o dal senato, che permetterebbe, con i subentri di chi è rimasto indietro, di tenere in vita le speranze del disegno politico fatto da quegli elettori.
    Mario

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