4 risposte a “Puntata del 3 aprile

  1. https://youtu.be/z2S3RweZyTs
    Credo possa interessarvi.
    Questo è il link di una vecchia puntata di focus dove simularono una pandemia.
    Impressionante. Nella simulazione presentano tutti i problemi che stiamo avendo oggi, compresa la mancanza di respiratori polmonari.
    Ognuno tragga le sue conclusioni.

  2. Gentilissimo Direttore,
    La seguo da lontano con grande attenzione e Le scrivo per sollevare una Sua riflessione, che spero possa magari essere tradotta in una chiaro messaggio.
    Io vivo tra Italia e Giappone (a Tokyo) avendo moglie nipponica, dove la situazione ad oggi vede 3.139 casi confermati (inclusi i circa 700 della nave Diamond Princess). In Italia il conteggio e’ a quota 124.632. Se la matematica non e’ un’opinione, qualcosa non mi torna e Le spiego perche’ riflettendo su queste cifre:
    • Giappone 3.139 casi confermati su 130 MILIONI di abitanti.
    • Area urbana di Tokyo: 35 milioni di abitanti (piu’ di mezza italia)
    • Densita’ abitativa: 6 milioni per Kmq
    • Passeggeri trasportati da 1 linea di metropolitana al giorno (A Tokyo ce ne sono 16) : 4 milioni
    • Passeggeri in transito in una grande stazione cittadina (esempio Shibuya o Shinjuku) : 10-15.000 /ora.
    • Treni alta velocita’ Shinkansen in partenza/transito dalla stazione di Tokyo: 600 al giorno.
    • Composizione media di un treno Shinkansen: 20 vagoni, di una metropolitana 10.
    Considerati questi numeri da capogiro (che non sono una mia opinione tipo “terrapiattista” ma dati oggettivi verificabili ovunque) e quindi l’altissima probabilita’ di diffusione di un virus che ne deriva (provate a prendere un treno della Yamanote Line metropolitana e ditemi..), mi domando allora come sia possibile quello che sta accadendo in Italia e forse una risposta c’e’, ancorche’ possa sembrare semplicistica e banale: qui in Giappone tutti portano la mascherina facciale, sempre, tutti i giorni. E’ un’ abitudine culturalmente diffusa da sempre, specie in inverno e primavera, insita nel comportamento estremamente civile di questa popolazione che ha al primo posto il bene della collettivita’ e non dell’individuo. La cultura occidentale pensa da sempre che I giapponesi portano la maschera per via dell’inquinamento o per fobie varie, ma non e’ affatto cosi’: le persone spesso la usano proprio quando circola l’influenza stagionale per non contagiare gli altri o esserne contagiati. Qui la gente non sta prendendo alcuna medicina miracolosa, non tutti gli uffici hanno attivato il telelavoro (non e’ un concetto accettato nella pratica lavorativa nipponica). Sara’ pur vero che vengono effettuati meno tamponi di controllo, ma se la diffusione di un virus cosi’ aggressivo non fosse rallentata da qualcosa, a quest’ora il contagio sarebbe devastante come sta accadendo negli Stati Uniti. Non credo, inoltre, sia interesse delle istituzioni nascondere dati e cifre reali.
    In Italia invece ho potuto vedere in televisione sconcertanti conferenze stampa della Protezione Civile in cui ascoltiamo affermazioni quali quella del responsabile in capo che afferma le mascherine non servono e lui non la mette, o del consulente del Ministero della Sanita’ secondo cui (testualmente) “le maschere non servono a nulla, sicuramente non agli individui sani (sic!)”. Stessa affermazione dal presidente del CODACONS (..noto scienziato..) intervistato in studio da RaiNews24 qualche giorno fa. Basta rivedere le registrazioni video… ogni comment e’ superfluo. E’ chiaro che il problema e’ tipicamente italiano e tutto culturale: imporre l’uso di una maschera facciale e’ visto come “generatore di panico” e “esagerato”. Meglio un pannicello quale il “droplet” (ridicolo, in quanto alla fine stiamo parlando ugualmente di una misura di protezione passiva “meccanica”) difficile da attuare al 100% come stiamo notando in questi giorni grazie al comportamento irresponsabile di alcuni individui.
    Aggiungo un aspetto che trovo assurdo: il ritardo nella riconversione industriale per la protezione di DPI. In Giappone il governo a febbraio ha chiamato le industrie a raccolta per chiedere uno sforzo produttivo e fornire fino a 600 MILIONI di maschere al mese. Il famoso gruppo industriale elettronico SHARP (che produce TV, schermi LCD e altro) ha risposto installando una nuova linea di produzione ad hoc, come hanno fatto subito tutti i produttori di automobili giapponesi. Prego vedere qua:

    https://japantoday.com/category/business/nissan-produces-face-shields-to-donate-to-u.s.-medical-personnel

    Non sono uno scienziato, benche’ lavori nel settore delle alte tecnologie, ma mi domando cosa ancora in Italia sia aspetti per IMPORRE l’uso delle maschere facciali A TUTTI e ovunque sul territorio Italiano. E’ sempre meglio qualcosa che niente. Sono addolorato vedere il mio Paese ridotto cosi’: vorrei che ci fosse almeno un decimo del senso civile e di responsabilita’ che ho la fortuna di vedere qua in Giappone.
    E sarebbe anche un bel gesto di civilta’ se figure istituzionali che il 27 febbraio scorso, su Twitter o le televisioni, esortavano a non rinunciare alle occasioni di aggregazione sociale e minimizzavano la pericolosita’ del COVID19 (ma oggi predicano attenzione, cautela e rispetto del “distanziamento sociale” magari dopo esserne stati contagiati)… porgessero le loro scuse pubbliche al Paese.
    La ringrazio per l’attenzione e l’ottimo lavoro di informazione obiettiva, libera e qualificata che sta conducendo.
    Grazie

  3. Buonasera Dott. Liguori, ho seguito la sua trasmissione e il discorso della ministra Bellanova, la quale dichiara che l’agricoltura ha bisogno degli immigrati e senza manodopera raccolti a rischio, sarà richiesto un corridoio europeo per permettere l’arrivo di manodopera straniera nel nostro paese. Credo che in questa situazione, il costo della logistica e il costo della manodopera stessa, sarà anche più elevato, incidndo negativamente sul costo del prodotto. La domanda, da cittadino italiano, é come mai, invece di pagare redditi di cittadinanza ai nostri disoccupati, non viene impiegata la manodopera italiana, impiegando i nostri disoccupati. Visto che si parla di qualche migliaio di persone necessarie per la nostra agricoltura, avremmo un notevole risparmio nel pagare il reddito di cittadinanza e daremmo un impulso alla nostra economia. Chiaramente, chi disoccupato rinuncia all’offerta di lavoro, gli dovrà essere sospeso il reddito di cittadinanza o qualsiasi altro sostentamento da parte dello stato. Credo che questa situazione difficile che stiamo vivendo, ci stia dando anche la possibilità di rimettere un po’ di ordine nel nostro sistema e non possiamo non farlo.
    La ringrazio inoltre per la sua interessante trasmissione.

    Saluti
    Francesco Perioli

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