3 risposte a “La grande sete

  1. Pensi che ne parlavo ieri con mia moglie
    Ma come e’possibile che si abbia problemi di acqua quando ne siamo quasi completamente circondati
    Le dicevo che Israele desalina acqua dagli anni 70
    Basterebbe avere impianti nei porti più importanti creando così anche posti di lavoro
    Buon lavoro

  2. Gentile Direttore, come sempre una puntata molto interessante che offre “un’altra informazione rispetto” a quella diffusa dal Mainstream nazionale (e in alcuni casi internazionale).
    Della questione ne ho parlato anche sul mio blog, citandovi tra le fonti:
    http://lucascialo.altervista.org/emergenza-idrica-roma-bufala/

    Sono un Sociologo, blogger e web writer, che vi segue ogni giorno con interesse.

    Cordiali saluti e complimenti,
    Luca Scialò

  3. Molto interessante il dibattito sulla carenza di acqua potabile nei mesi caldi. Fortunatamente, è per noi un fenomeno stagionale, almeno per ora. Stiamo subendo molti danni all’agricoltura, mentre i turisti non sono felici di venire dove l’acqua è razionata, costretti a pensare alle implicazioni igienico-sanitarie piuttosto che alle attrazioni ambientali. Turismo ed agricoltura sono due voci importanti del nostro PIL. La carenza d’acqua, da problema tecnico, diviene importante questione politica, attraverso gli effetti sull’economia. Mi sembra che sia urgente uno specifico progetto da parte di chi ci governa. C’è da incentivare la creazione d’invasi per l’agricoltura, che con le tecniche odierne danno acqua quando non piove e possono dare un po’ d’elettricità quando l’acqua straripa, anche con un piccolo salto di un paio di metri. C’è da costruire dei dissalatori per le grandi città vicine al mare e per le regioni con minore piovosità annuale, anche questi con invasi collegati, dove accumulare l’acqua dissalata nei mesi in cui non ne fosse richiesta l’immissione in rete. Colpisce la notizia che oggi i dissalatori producono un litro d’acqua al costo di un millesimo di € (compriamo nei supermarket acqua in ragione di un decimo di € al litro). Strabiliante vantaggio economico di un rapporto di 1 a 100, con l’acqua naturale destinata ad essere sempre più rara. Cosa si aspetta a rimettere in moto l’economia con le correlate iniziative volte a schermare la sete del mondo agricolo ed i dubbi igienico-sanitari dei turisti? Ma occorre fare presto perché i cambiamenti climatici corrono, l’uomo non può fermarli, potendo solamente influire scarsamente sulla velocità del cambiamento. Ricordo un documentario che narrava quanto fosse stato verdeggiante, 14.000 anni fa, il territorio oggi occupato dal Sahara. Dai carotaggi effettuati nel terreno, è stato possibile accertare che, in circa due secoli, al posto della flora rigogliosa è subentrato il deserto. In quel lontano passato, gli uomini non poterono far altro che osservare. Oggi, possiamo fare moltissimo per sopravvivere con la nostra civiltà, se non perdiamo tempo.

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