Una risposta a “SuperAngela

  1. Egregio direttore,
    ho seguito le ultime due puntate di Fatti e Misfatti e ho provato la sgradevole sensazione di trovarmi ad ascoltare le veline di un redivivo Min.Cul.Pop. Improvvisamente tradito l’imperativo di separare i fatti dalle opinioni, l’ascolto di una sola campana a favore di una sola tesi, lo sbertucciamento della tesi opposta, nemmeno citata, con una superficialità inusuale nelle Sue trasmissioni. Ho sempre compreso, da tifoso, il Suo livore romanista e anti-juventino, ma sono fanti con cui si può scherzare. I Santi meriterebbero un maggiore rispetto e l’umiltà di approfondire il problema, almeno come Lei fa usualmente, quando sente il parere di due politici di parte avversa. Il Suo interlocutore, a cui ha affidato il commento, riservando per sé le battutine ignoranti e sprezzanti, è un noto seguace del modernismo ecclesiale, privo di qualsiasi segno della propria identità sacerdotale (tant’è che ogni volta Lei deve precisare che si tratta di un prete). Non ho sentito alcun accenno alle motivazioni della Correctio, presentata come un momento di pazzia e di rancore senile di un banchiere. Forse sarebbe stato il caso di ascoltare anche i pareri di vaticanisti illustri, quali Sandro Magister, Marco Tosatti, Aldo Maria Valli. Non ho motivo di sapere se Lei sia o meno cattolico; correttezza professionale vorrebbe, però, che prima di parlare di un argomento così delicato per le coscienze dei fedeli, Lei provasse umilmente a informarsi a fondo sul merito del problema. La sua trattazione e, peggio, quella del Suo interlocutore, ha considerato la Chiesa alla stregua di una qualsiasi cancelleria governativa, della quale vi siete gioiosamente assunti il compito di scodinzolante ufficio stampa: nessun commento, ovviamente, alla chiusura del sito web della Correctio entro le mura vaticane. Viva la libertà di stampa.
    Le auguro l’umiltà di riconoscere che ha sbagliato.
    Distinti saluti.
    Mauro Gressini, matematico.

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