Una risposta a “Puntata del 17 ottobre

  1. Nel dialogo Liguori-Porro, oggi ci sono stati alcuni spunti interessanti, senza che fossero adeguatamente approfonditi. Il caso del ladro ucciso in trasferta mi sembra il più rilevante. Chi ha avuto i ladri in casa, sa bene che è un’insopportabile violazione del proprio privato rifugio. Chi ha visto cosa succede ai proprietari sorpresi in casa, spesso feriti, torturati o uccisi, sa bene i rischi che si corrono. Il governo fa scelte che aggravano il disordine sociale e non fa niente per difendere preventivamente i cittadini. Sembra che sia in atto un gioco, tipo guardie e ladri, dove il “ti ho preso” è l’arma segreta vincente, fine a sé stessa. La Polizia è del tutto insufficiente per arginare la gran mole di furti, spesso fatta da italiani e stranieri che vanno allegramente in trasferta a lavorare in nero, perché di un vero e proprio lavoro si tratta. La magistratura forse penserà allo stato di necessità di quei ladri, oppure alla loro sfortunata esistenza per essere cresciuti in ambienti e situazioni dove solo quel mestiere veniva insegnato, fatto sta che si ascoltano sentenze che suonano benevole. Nel frattempo, il legislatore formula leggi che sembrano penitenze uscite da una congregazione religiosa. Reboanti all’annuncio, nella sequela di sconti, abbuoni di buona condotta e vacanze premio, le pene si riducono ad una farsa. Sostanzialmente, esiste una forma d’impunità per il mestiere di ladro che, infine, risulta molto meno pericoloso di quello, ad esempio, che richieda lunghi spostamenti in auto. Quando ci fosse un incidente, il malcapitato deve sperare che il responsabile non fugga o che non sia un nullatenente senza assicurazione. Il ladro ferito ha buone probabilità di vedersi attribuita una sorta di lotteria a carico del proprietario. C’è speranza di vedere cambiare questo stato di cose? No, perché chi conta per potere politico o economico, sia diretto o per altrui riverbero, è ben protetto e sorvegliato o dalle forze dell’ordine o dai vigilanti che è in grado di pagare. Il comune cittadino viene lasciato solo, può affidarsi a qualche strumento elettronico ma, se suona l’allarme, dovrà andare a verificare al buio cosa sta succedendo. Se non vuole rischiare la vita o fare come lo struzzo, dovrà andarci armato. Per gli ammonimenti che discendono dalle cronache, è già un grande atto di coraggio. Infine, trovandosi di fronte dei ladri, farà bene a sparare prima di essere ucciso o seviziato. La logica e l’esperienza degli sventurati proprietari lo impongono. Purtroppo, sia che il ladro muoia o rimanga ferito, quel proprietario finirà sotto processo e non sarà mai un esame benevolo. Cosa abbiamo di speciale in Italia per rendere penalmente rilevante un atto che, negli Stati Uniti, sarebbe una legittima vicenda senza conseguenze? Abbiamo che lo Stato ci soffoca con le tasse, salvo non spendere le entrate per ricondurre il quadro sociale ad una più ordinata convivenza, ed il cittadino aggredito dalla malavita sarà lasciato indifeso e diffidato dal ricercare l’autodifesa, se non vuole esporsi al carcere ed alla scomparsa dei frutti del suo lavoro. Dove vanno a finire nei fatti le belle declamazioni sull’ordine pubblico e sulla tutela del risparmio? Per queste gravi storture, le classi meno abbienti subiscono terribili ingiustizie a causa del disordine nel quale la gente è costretta a vivere. La completa responsabilità di questo stato di cose è di chi ci governa.
    Cambiando argomento, l’aumento agli statali avviene in questo contesto sociale:
    la peggiore crisi economica e finanziaria del dopoguerra è ancora in corso, e le conseguenze nefaste sui cittadini continuano a manifestarsi; moltissimi giovani e meno giovani sono senza lavoro e senza speranze; numerosi cittadini con impieghi precari o poco affidabili, cercano casa ma non riescono ad ottenere il mutuo per l’acquistarla; le piccole attività commerciali sono in crescente crisi, con gli operatori che dovranno inventarsi nuovi espedienti per poter sopravvivere; diametralmente opposta la condizione degli statali, col loro posto fisso, e garantito dall’archeologia normativa fatta dal sovrapporsi di leggi, leggine, usanze, contratti ed imposizioni sindacali, che permettono lo scandalo dei furbetti del cartellino e degli altri furti o corruzioni senza che la garanzia del posto venga compromessa.
    Ma davvero la garanzia del posto così ingiusta e spropositata non ha un valore economico comparativo che permetta di abolire l’aumento? Qui sembra di avere a che fare con i valvassori feudali che sfruttavano il contado. Nella comparazione dei vari casi sociali che affliggono la società, l’ingiustizia è così stridente che ci vorrebbe un colpo di spugna, trasformando tutti i cittadini in dipendenti statali, a dispetto della dichiarata economia di mercato. Siamo tutti d’accordo: 85 E sono una cifra modesta ma queste caste privilegiate oppure diseredate sono insopportabili.

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