Le spine del governo Letta sono molte e irritanti. La più fastidiosa si chiama Iva, come la Zanicchi. Ma è una tassa, indiscriminata su tutti i consumi. Non deve aumentare, ma i soldi non ci sono. Il governo rischia di spaccarsi e allora troveranno almeno un miliardo per rinviarla ad ottobre.
La seconda spina si chiama Berlusconi e riguarda la caccia giudiziaria alla quale è sottoposto da vent’anni. Non si può pensare ad una coalizione solida tra forze più o meno eguali nella quale uno dei due leader sia interdetto giudiziariamente dalla politica.
La situazione non precipiterà subito, dopo un’altra eventuale condanna, ma non può durare all’infinito.
La terza spina, piccola, ma significativa, riguarda il ministro Idem. Il suo errore amministrativo c’è, ma non è una truffa volontaria. Tutti fanno a gara a chiederne le dimissioni, soprattutto quelli che vorrebbero il suo posto, anche nel PD. Non mi associo al linciaggio. Pago l’Imu per intero, le tasse alla fonte come i lavoratori dipendenti, eppure considero esagerato il massacro mediatico della Idem. Ha ragione Renato Brunetta: tutti gli italiani hanno sbagliato almeno una volta a pagare qualcosa. Sono stati sanzionati e si sono assunti la responsabilità.
Può essere più grave per chi ricopre una carica pubblica, ma non deve essere definitivo. Alla Idem, ministra a sorpresa, stanno distruggendo l’immagine per sempre. Non è successo con illustri evasori, Valentino, Pavarotti, Dolce e Gabbana. Lei paga un eccesso giustizialista.