Licenziamenti Asl Napoli 1, Liguori: “Direttore Verdoliva, azienda sanitaria e sindacati diano delle risposte”

 

Sono stupito per aver ricevuto una telefonata, e anche un biglietto, in seguito a questa video-denuncia che abbiamo fatto sul Riformista, sulla questione dell’Asl di Napoli. Mi ha scritto un lavoratore, uno di quelli messi in cassa integrazione – uno delle altre ditte (Gema service) – che insieme a Gesap e Epm hanno messo 900 persone in cassa integrazione a carico dello Stato, cioè a carico dell’Inps.

 

Questa persona mi ha scritto (e poi telefonato) per dirmi: “Direttore ma che sta dicendo? I nostri sindacati hanno approvato l’operazione fatta con la Asl, sia per l’ospedale del Mare, sia per altri. Ed è stata fatta insieme al direttore Verdoliva”.

 

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Malasanità in Campania, Liguori: “900 lavoratori a casa, De Luca (e la Asl) in silenzio”

C’è malasanità e malasanità. C’è quella dell’errore, c’è quella della trascuratezza che avviene sui pazienti, e ne abbiamo citati alcuni casi. Ma adesso siamo davanti a un caso che riguarda una malasanità di struttura burocratica dell’intera Asl Napoli 1 che fa capo al direttore Verdoliva.

Succede che una ditta di pulizie si aggiudica l’appalto per l’ospedale del Mare: Epm si chiama. Dopo aver vinto la gara, che tra l’altro è stata anche contestata, che forse andava rifatta (o forse no), sostiene che 422 dipendenti per quel lavoro sono troppi e ne basterebbero 212.

 

 

Intanto li mette in cassa integrazione, ovvero li licenzia e li mette a carico degli ammortizzatori sociali, ovvero l’Inps e i cittadini, perché è con le tasse dei cittadini che l’Inps sostiene questi casi, per un appalto che prima funzionava e che avrebbe potuto funzionare. Altre due società seguono immediatamente l’esempio ed escono dal mondo del lavoro della pulizia e sanificazione degli ospedali altre 900 persone che adesso sono a carico dell’Inps e dello Stato.

E l’Asl non dice una parola, non fa una verifica costringendo le aziende a chiarire quante persone debbono fare il lavoro, quando lo devono fare e come lo devono fare. Si accontenta di un servizio ridotto con i lavoratori in cassa integrazione al 50 per cento quindi da 422 ne rimangono attivi 212 (situazione che vale anche per le altre società), e il servizio sarà sicuramente meno accurato con un guadagno per le aziende appaltatrici perché il resto lo paghiamo noi con le nostre tasse.

 

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Malasanità in Campania, qualcuno sta dicendo delle grandi balle

La malasanità, una delle parole più usate ed abusate. È il contrario dell’eccellenza sanitaria che per esempio il governatore della Campania De Luca rivendica per la sua regione e che vede i massimi dirigenti della Asl – il direttore in particolare – denunciare tutti i casi di malasanità.

 

Però, quando succedono in Campania, come nel caso dell’ospedale Ruggi dove un uomo di sessantott’anni arriva in codice rosso, viene messo in attesa e dopo otto ore muore. Oppure come nel caso di un bambino di cinque mesi che arriva in crisi respiratoria, sempre al Ruggi, viene dimesso, torna a casa e ha un’altra crisi respiratoria. Allora i genitori pensano di portarlo a Battipaglia ma, anche in questo caso, il paziente muore.

 

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