Turismo in Ucraina, Paolo Liguori: “Pensano a come sfruttare l’immagine brutta e negativa della guerra invece di lottare per la pace”

“Le informazioni che abbiamo noi non parlano di un bombardamento di Odessa. Parlano di un bombardamenti di alcuni obiettivi militari ad Odessa. Rimane l’accordo sul grano, che è il più importante raggiunto in questi centocinquantacinque giorni di guerra. Un accordo sottoscritto, anche se separatamente, sia dalla Russia che dalla Ucraina”.
Con queste parole il direttore editoriale di “Riformista Tv” inizia la sua analisi in merito a quanto sta accadendo in Ucraina, dove la guerra prosegue senza sosta.

“È la prima volta che succede e per centocinquantacinque giorni ci hanno sempre detto, a noi che parlavamo di trattative, di possibilità di sospendere la guerra, che non è possibile farlo con Putin – prosegue Liguori nella rubrica “Fatela Finita” – Invece è stato possibile a Erdogan che non solo lo ha fatto e lo ha annunciato a Tehran – quindi portando lì Putin e lui – e poi naturalmente le autorità dell’Iran, ma poi lo ha ratificato in firme separate con l’Ucraina e la Russia.

 

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Liguori sulle dimissioni di Johnson: “Quando saremo abbastanza grandi per capire che la sua teoria sulla guerra è sbagliata?”

 

Porre fine alla guerra in Ucraina per contrastare la crisi economica che riguarda tutta l’Europa e avvalersi della figura del Papa per trovare una via d’uscita dallo stallo delle trattative. È questo il messaggio del direttore Paolo Liguori, che dallo studio di “Controcorrente” prova a fare il punto anche sulla politica interna, a partire dalle mosse del M5s: “Il mio amico e collega Piero Sansonetti mi ripete da mesi che Giuseppe Conte non esiste e ieri mi ha telefonato commentando “te l’avevo detto”. È andato da Draghi per presentare il suo programma, ma lo ha dimenticato – esordisce il direttore editoriale di Tgcom24 durante la puntata di giovedì 7 luglio, dove prova quindi ad allargare gli orizzonti – La gag non fa ridere gli italiani, personalmente mi sono distratto dalla politica italiana e ho iniziato a guardare di lato, dove euro e dollaro sono arrivati al pareggio. Non è un aspetto positivo per l’Europa, le nostre sanzioni ci stanno inguaiando, al contrario della Russia”.

 

Quindi la provocazione: “Putin è un dittatore orribile e possiamo pure rispondergli male, come abbiamo fatto negli ultimi tre mesi, ma pensate che Erdogan sia un sincero democratico? Draghi sei mesi fa gli ha detto che era un dittatore, mentre ora dice che è un nostro amico. Se questa è la politica realista, facciamola finita con questa guerra che sta mettendo in ginocchio tutti, a partire dagli ucraini”. Una teoria confermata, a suo parere dalla caduta di Boris Johnson, ritenuta “la punta di lancia, ancora più di Biden, di una teoria che diceva “più saremo feroci contro Putin, più il suo mondo si sgretolerà e sarà costretto ad andarsene”.

“Ora il suo partito lo ha mandato a casa, perciò quando saremo abbastanza grandi senza essere ideologici per capire che questa strada è sbagliata e dannosa? Tutte le guerre finiscono con una pace, con un trattato. Non si potrà stabilire cos’è l’Ucraina se non si chiude questa guerra e si stabiliscono i confini, così come è stato per noi con l’Istria”. E ancora: “Ho sentito dire con grande leggerezza che questa guerra si chiude solo quando lo decideranno gli ucraini e Zelensky, ma non è così. Quando si fa un’alleanza grande poi è questa che mette fine al conflitto, non il Paese interessato e basta. L’unica persona che oggi può andare a trattare con l’una e l’altra parte, perché è rimasta intatta e non abbiamo neanche ascoltato abbastanza, è il Papa“.

Guerra, Liguori: “Meglio morire a Washington o a Pechino? Meglio non morire affatto”

“Ormai siamo dentro la guerra. Non siamo più un Paese che supporta un Paese aggredito. Dopo quattro mesi, i nostri alleati, ma soprattutto il grande alleato, Biden, dice Continuiamo a mandare altre armi, armi più pesanti – commenta il direttore Paolo Liguori – Ma per fare che? Per liberare la parte del Donbass? Probabilmente, se si continuerà a fare guerra in quella zona la Russia conquisterà un altro pezzo di territorio; due mesi fa la situazione era più vantaggiosa per l’Ucraina, ma nessuno voleva trattare”.

 

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Ucraina, Paolo Liguori: “Visita dei leader Ue a Kiev è importantissima, ma tardiva”

 

“Questa visita è certamente importante se fa arrivare a una trattativa, ma è tardiva perché si doveva fare molto tempo fa”. Nel giorno del viaggio a Kiev del premier italiano Draghi, del presidente francese Macron e del cancelliere tedesco Scholz, Paolo Liguori interviene a “Stasera Italia” per analizzare quanto emerso durante l’incontro dei leader europei con Volodymyr Zelensky.

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Ucraina, Liguori: “Quanti morti ci costa il tempo perduto?”

 

“Siamo arrivati alla vigilia di una drammatica resa dei conti in Ucraina – commenta il direttore Paolo Liguori al Riformista tv – L’aggredito Zelensky ha tuonato chiedendo sempre più armi per resistere, ma in realtà per darli ai suoi uomini e mandarli a morire. L’aggressore, Putin, ha tirato dritto per la sua strada senza scomporsi. Una strada di morte, aggressione, che è andata avanti nel Donbass”.

Paolo Liguori a “Stasera Italia”: “L’Europa non è pronta a una guerra a Putin”

 

“L’Europa non è pronta e unita per fare una guerra a Putin e le sanzioni distruggono solamente noi”. Paolo Liguori non usa mezzi termini per analizzare gli avvenimenti degli ultimi giorni a proposito dell’avanzata russa in Ucraina e in merito alle conseguenze economiche che iniziano a farsi sentire in diversi paesi. Mentre i leader europei faticano a trovare un’intesa sul sesto pacchetto di sanzioni, che dovrebbe riguardare principalmente l’embargo sul petrolio, il direttore editoriale di Tgcom24 interviene a “Stasera Italia”, dove invoca la verità invece di una propaganda che “spacca ulteriormente l’Europa attraverso la rivisitazione dei trattati”: “La guerra contro Putin ci unisce, ma il gas ci divide, il petrolio ci divide. Era chiaro dalla prima settimana di guerra che non avremmo potuto fare diversamente, invece ci siamo infilati in un vicolo cieco che ci ha spinti a fornire armi all’Ucraina, con la convinzione che avrebbe avuto la meglio. Ma non è così”.

 

Evidenziando come Putin abbia già vinto “la sua guerra, quella nel Donbass“, Liguori si sofferma quindi sulla “buona notizia” del giorno che arriva dagli Stati Uniti, ossia il rifiuto di Biden all’invio di armi a lunga gittata a Zelensky. E prosegue: “Siamo completamente divisi e disarmati di fronte a questa situazione, la mancanza di grano e acciaio ci terrorizza perché senza non costruiamo più. Azovstal produceva 6 milioni di tonnellate e due li importava l’Italia. Vogliamo parlare di cose concrete o continuiamo con le bandierine del patriottismo di guerra?”.

 

Infine la focalizzazione sulle mosse del Presidente del Consiglio Mario Draghi: “Putin non vuole parlare con noi, ha limitato l’Italia a differenza di altri paesi europei come Francia, Germania e Turchia, che probabilmente tratteranno la fine di questa guerra”.

Ucraina, Paolo Liguori: “Mi sento più vicino al modo di fare della Francia, rispetto all’ipocrisia italiana”

 

“Ci rendiamo conto che Macron è stato rieletto in Francia e parla con la Cina e con Putin, mentre Draghi si rivolge solo a Biden?” Inizia con questa riflessione l’intervento di Paolo Liguori, ospite a “Stasera Italia” durante la puntata di giovedì 12 maggio per analizzare quanto sta accadendo in Ucraina, evidenziando come in questo momento la conduzione europea di una trattativa sia affidata al presidente francese, anziché alla figura di Mario Draghi.

 

“Io stesso mi sento cittadino europeo, fortemente impegnato per la pace – prosegue – Ma mi sento più vicino al modo di fare francese, rispetto a questa ipocrisia italiana che manda avanti gli americani e la Nato per poi seguirli. Che l’Italia prenda una posizione per gli interessi dell’Italia”.

Il direttore editoriale di Tgcom24 si è poi soffermato sulla decisione dell’Ucraina di chiudere unilateralmente i tubi del gas per spingere gli europei a prendere una posizione: “L’Europa deve decidere democraticamente, secondo i propri interessi, oppure prende ordini da Zelensky? Che non riesce neanche a fare una trattativa per liberare duemila suoi soldati nell’acciaieria perché è un militarista sfegatato.

Paolo Liguori: “Ha ragione Macron, se vogliamo trattare con Putin non possiamo umiliarlo”

“Una delle parole più abusate è ‘nazista’. Di nazisti e nazismo se ne parla da tutte le parti. Sono tutti nazisti. I russi dicono che sono nazisti gli ucraini. Gli ucraini dicono che sono nazisti i russi. Tutti dicono che sono nazisti gli altri – Esordisce il direttore Paolo Liguori nella rubrica “Attenti a quei due” – Un mondo di nazisti immaginario, ma nessuno spiega cosa fu il nazismo. Un nazismo fuori epoca, fuori dal contesto, non è mai esistito. È esistita una forma storica di nazionalsocialismo con caratteristiche che hanno portato a una guerra. Poi c’è stato l’aggettivo “nazista”. E poi, ancora dopo, pian piano scompariva.

 

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Guerra in Ucraina, Paolo Liguori: “L’Europa deve imporre una trattativa per la pace”

 

“Stiamo facendo la cronaca di una guerra molto semplice: c’è un aggressore, Putin e la Russia, e c’è un aggredito che è l’Ucraina”. Il direttore editoriale di Tgcom24, Paolo Liguori, a “Mattino Cinque News” commenta il ruolo dell’Europa nell’ambito del conflitto russo-ucraino e della posizione che il vecchio continente dovrebbe assumere in una mediazione per arrivare alla pace: “L’Europa, purtroppo, è coinvolta e aggredita – sostiene Liguori – Si può trattare mentre si combatte, ma si deve smettere di combattere. Questo è il punto e l’Europa lo deve imporre”.

Per Liguori sono due gli incontri importanti che potrebbero portare a un tentativo di trovare degli accordi: “La visita di Draghi a Biden per noi italiani è una notizia molto importante, – continua il direttore editoriale di Tgcom24 – ma altrettanto importante è l’incontro tra Scholz e Macron, perché è il primo incontro tra due potenze europee che da qualche giorno stanno facendo capire che vogliono essere parte in causa”.