Case popolari abbandonate, Paolo Liguori: “Spesso il degrado non è solo edilizio, ma dell’umanità”

Tutto questo degrado non è solo edilizio, ma dell’umanità“. Così Paolo Liguori, ospite a “È sempre Cartabianca“, si esprime sulla condizione delle case popolari spesso abbandonate. Nello specifico il direttore editoriale di “Tgcom24” commenta la situazione di alcuni edifici popolari di Librino (Catania).

“Non ci sono molte persone che andrebbero a vivere nelle case di Librino, anche se risanate”, spiega il giornalista, che pone l’accento su un problema più ampio e si sofferma anche sulle condizioni del quartiere stesso. “Nel frattempo quella zona è diventata una delle più pericolose di Catania e, forse, d’Europa. In quel nulla di edilizia si è innestato un tessuto umano molto particolare e molto deviato”, continua. Un problema complesso che ricade generalmente sul Comune, ma che secondo Liguori non può essere risolto solo dal “Comune o dalla Regione”, bensì richiederebbe l’attenzione e la collaborazione dello Stato.

Autonomia differenziata, Paolo Liguori: “Riforma di bandiera al momento vuota”

Ospite a “Prima di domani“, Paolo Liguori commenta la riforma dell’autonomia differenziataapprovata il 19 giugno dalla Camera al termine di una seduta fiume. “Al momento la vedo come una riforma di bandiera abbastanza vuota, se non vengono attribuiti almeno i livelli essenziali di prestazione (Lep ndr)”, afferma il direttore editoriale di Tgcom24 che vede poi somiglianze con la legge Bassanini, varata nel 1997 dall’allora ministro del governo Prodi I. 

Sulle proteste delle opposizioni che hanno evocato il rischio di una “spaccatura” dell’Italia con l’approvazione della riforma, Liguori afferma: “Stanno facendo una drammatizzazione, l’Italia non si è spaccata quando più di un terzo era governata dai comunisti e l’altro da centrosinistra e democristiani”. E sulle critiche di “spallata” nel voto a Montecitorio aggiunge: “La legge passa con 172 voti di maggioranza contro 99, questa è dialettica parlamentare”. 

Paolo Liguori ricorda Silvio Berlusconi: “Quando mandò me e Toni Capuozzo a Sarajevo mi cambiò la vita”

Quando mandò me e Toni Capuozzo a Sarajevo mi cambiò la vita“. Con queste parole Paolo Liguori ricorda Silvio Berlusconi a un anno dalla scomparsa. Il direttore editoriale di Tgcom24, ospite a “Mattino 4“, omaggia il fondatore di Mediaset e racconta alcuni aneddoti del passato. “Mi disse vai, non ti preoccupare. Capuozzo e io eravamo già amici, ma dopo quell’esperienza siamo diventati fratelli. Noi siamo stati sempre grati a Berlusconi: è stata una delle esperienze più forti della mia vita“, rivela il giornalista.

“Berlusconi è stato eccezionale, naturalmente quando l’anno scorso andò via è stato un dolore per tutti noi, un anno dopo di più. Però devo dire, anche per uscire da questa retorica giusta – dichiara Liguori – mi sento fortunato anche per aver partecipato ieri al ricordo che ha organizzato il figlio Pier Silvio, che è l’editore di Mediaset perché – quando ha parlato dell’amore per la famiglia, per l’azienda, per il lavoro – io ho pensato: che fortuna che ha avuto Berlusconi anche con la sua famiglia. Anche lui è stato fortunato a lasciare una famiglia così”.

“Anche i suoi nemici lo rimpiangono. Berlusconi era buono, nella politica non sono tutti buoni anzi devi essere un po’ cattivo per riuscire nella politica. Berlusconi lo era con tutti. Ha fatto tanto nei miei confronti, nei confronti di persone umili, semplici, era buono si prendeva cura di tutti”, racconta Liguori che poi parla dell’attenzione di Berlusconi per tutti i suoi collaboratori: “Aveva un’agenda in cui c’erano segnate le malattie dei parenti dei dipendenti di questa azienda, l’ho vista con i miei occhi”, conclude Paolo Liguori.

Europee, Paolo Liguori: “Il successo di Forza Italia? Voto dedicato al ricordo di Berlusconi”

Ospite a “Prima di domani”, Paolo Liguori commenta l’esito delle elezioni europee in Italia: “Senza Giorgia Meloni non credo che Fratelli d’Italia sarebbe oggi al 29%”, afferma il direttore editoriale di Tgcom24 che invita poi a riflettere sul peso elettorale dei leader. “Il partito personale era anche quello di Silvio Berlusconi e parte del successo di Forza Italia e Antonio Tajani è dedicato al ricordo di Berlusconi, morto un anno fa”, ha spiegato.

Liguori smonta poi le affermazioni di chi sostiene che dopo il voto europeo in Italia sia nata una polarizzazione tra la premier Meloni e la segretaria del Pd Elly Schlein. “Non sono convinto di questo perché Schlein col suo atteggiamento ha consentito a tutti gli amministratori locali del suo partito di aumentare i voti e vincere. Meloni invece ha consentito di far ottenere un buon successo anche a Tajani e un recupero alla Lega“, ha spiegato.

Propaganda Russa in TV, Paolo Liguori: “Sono terrorizzato”

Ospite a “Prima di Domani” Paolo Liguori commenta la scelta della TV russa di mostrare le testate nucleari di cui è in possesso.
Sono terrorizzato, questa non è la solita propaganda perché tra i servizi segreti di tutto il mondo si è diffusa la voce che le testate tattiche nucleari russe siano inerti e invece loro hanno voluto far vedere che sono attive. Bisogna avere un certo senso di responsabilità che non abbiamo, noi non contiamo niente” ha detto Liguori.

Il direttore editoriale di Tgcom24 ha poi detto la sua su Donald Trump, il primo ex presidente americano condannato in un processo penale con il caso della pornostar Stormy Daniels, e anche il primo candidato presidenziale a correre per la Casa Bianca come pregiudicato. “Un America sempre meno egemone, sempre meno solida. Noi facciamo parte del blocco occidentale e ci siamo sempre dovuti confrontare con i totalitarismi che sono sempre stati pessimi. Il problema è che siamo cambiati noi, siamo cambiati dentro il blocco occidentale molto velocemente e dentro gli Stati Uniti c’è una divisione che rende fragile la nostra alleanza. Il Paese che aveva la leadership oggi non ce l’ha più” ha concluso Paolo Liguori.

“Nessuno tocchi Caino”, l’evento “Compresenza” al carcere Opera a Milano nel ricordo di Tortora, Pannella e Di Lascia | Liguori: “Presenti nello spirito”

Il 17 maggio, nel carcere Opera a Milano, si è svolto un evento dell’associazione Nessuno tocchi Caino. Il direttore Paolo Liguori era presente e, in diretta su Tgcom24, ha raccontato: “Il titolo del laboratorio è ‘Compresenza’. Compresenza di Enzo Tortora, Marco Pannella e Mariateresa Di Lascia. Si tratta di un’iniziativa interessante”.

“Questi tre personaggi sono ancora presenti nello spirito: Di Lascia ha fondato l’associazione, Tortora rappresenta il simbolo di una giustizia ingiusta, e Pannella ha sempre sostenuto questi temi e ha patrocinato la nascita dell’associazione, che si occupa dei detenuti e delle carceri”, ha aggiunto Liguori.

“Di Lascia fondò Nessuno tocchi Caino contro la pena di morte. Oggi, l’associazione si occupa – ha spiegato il segretario Sergio D’Elia – non tanto della pena di morte, ma della morte per pena. Non è un gioco di parole. Oggi si è suicidato il 35esimo detenuto dall’inizio dell’anno, sono cifre molto importanti”, ha proseguito il direttore.

In particolare, “all’evento, si è discussa l’idea che una persona una volta arrestata e condannata resti la stessa per sempre. Oggi molti detenuti hanno detto che dal carcere, sia che si entri colpevoli o innocenti, si esce modificati, cambiati. Questo dovrebbe comportare una riflessione, anche dal punto di vista di una norma, che preveda la possibilità di parlare del condannato ma poi di parlare di un altro uomo, quello che ha scontato o sta scontando la sua pena, che è il detenuto. Il condannato e il detenuto sarebbero forse la stessa persona, ma in realtà non lo sono più dopo un certo periodo di tempo. Infatti, ho incontrato detenuti che scrivono, che fanno attività artistiche anche importanti, che rivendicano una loro personalità integra, che non è più quella dell’uomo o della donna che fu condannato/a all’inizio e che però non è riconosciuta”, ha concluso Liguori.

Arresto Giovanni Toti, Paolo Liguori: “Non era necessario”

Ospite a “Prima di Domani”, Paolo Liguori interviene in merito agli arresti domiciliari del Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. “Io sono un vecchio amico di Toti, ho lavorato con lui negli anni e potrei definire la nostra amicizia intima: lo conosco e so come ragiona. Per questo chiedo di prendere la mia risposta per quella che è” premette il direttore editoriale di Tgcom24.

“La domanda giusta per me è: esiste o non esiste un sistema della magistratura che agisce sulla politica? Sì, esiste e opera da anni. Toti era necessario l’arresto? No, non era necessario. Ho letto le carte fino all’ultima riga come puoi immaginare con attenzione e non sono solo i quattro mesi per autorizzare gli arresti domiciliari come hai sottolineato – dice Liguori riferendosi a quanto detto da Bianca Berlinguer – ma i quattro anni di indagine con le microspie dentro l’ufficio del Presidente della Regione. Anche il ministro della giustizia ha detto una cosa da magistrato: “dopo quattro anni di indagine rinvio una persona a giudizio ma non posso arrestarla”.

“Quando il tempo di durata dell’indagine riguarda quattro anni precedenti l’arresto non è necessario, a meno che non si vuole le dimissioni da parte di Giovanni TotiI presidenti di regione non hanno nemmeno uno straccio di guarentigia, perché? Se hanno più potere e responsabilità di un ministro?” Conclude Paolo Liguori. 

Energia, Pichetto Fratin a Tgcom24: “Accordo di Venaria molto importante”

Il ministro Gilberto Pichetto Fratin ospite di Tgcom24 dopo l’appuntamento del G7 sull’ambiente a Venaria. Intervistato dal direttore editoriale di Tgcom24 Paolo Liguori, il ministro, che ha presieduto il vertice internazionale, parla di “accordo importante” perché “per la prima volta si prevede l’uscita dall’utilizzo del carbone, la più inquinante tra le fonti fossili”.

“Nel G7 ci sono Paesi che hanno una quota di utilizzo di carbone rilevante, eppure c’è stato un confronto serio e si è deciso che nella prima metà della prossima decade usciremo dal carbone per evitare un ulteriore aumento della temperatura terrestre“. Focus poi sul nucleare, candidato alla sostituzione delle fonti fossili. “L’Italia – spiega Pichetto Fratin – sta partecipando alle due più importanti ricerche, sia quella di iniziativa francese, che quella americana”.

Europee, Calenda a Tgcom24: “Avrei voluto un patto tra leader per non candidarci, invece…”

“Avevo chiesto un patto tra i leader per non candidarci, ma mi pare sia andata in maniera diversa. Dobbiamo opporci all’idea di Europa di Meloni e noi con Renew proponiamo un progetto liberaldemocratico”. Così il leader di Azione, Carlo Calenda, intervistato dal direttore editoriale di Tgcom24 Paolo Liguori. Tra i temi affrontati in diretta anche la crisi in Medioriente e il voto in Basilicata, oltre all’attuale quadro politico italiano.

“Noi non siamo nel centrosinistra ma siamo all’opposizione, e quando ci sono le Regionali ci schieriamo da una delle due parti. Avevamo chiesto disponibilità al centrosinistra, ma non c’è stata disponibilità, e noi eravamo comunque contro le idee del M5S, che voleva fermare l’estrazione del petrolio. La sinistra ha perso perché è in confusione, in una lotta per la leadership tra Conte e Schlein”, ha spiegato Calenda a Tgcom24, affrontando anche il tema delle ultime tornate regionali, in particolare il voto in Basilicata.

E per quanto riguarda le Europee, “noi ci presenteremo con una lista – secondo me – dal punto di vista qualitativo la migliore, fatta da professionisti perché l’Italia conta molto poco in Europa, è 25esima su 27 nel Parlamento europeo come influenza. Secondo noi bisogna mandarci persone molto capaci dal punto di vista delle competenze. Io e Elena Bonetti ci candidiamo insieme per trainare la lista”.

“Io avevo proposto un patto ai leader per non candidarsi, – ricorda a Tgcom24, – ma è andata diversamente. Io penso che occorra dare un’alternativa all’Europa di Meloni che è un’Europa piccola, che non funziona, senza difesa comune con un’Italia che gioca con Orban, e occorre dare un’alternativa a quella molto confusa di Schlein che è quella del ‘ma anche’, dove uno lo candidi a favore dell’Ucraina e uno contro. Occorre dare un’alternativa chiara, liberaldemocratica: noi andremo nel gruppo di Renew che è quello di Macron. Gli italiani giudicheranno”.

“Questo sistema – ha continuato Calenda a Tgcom24 – porta i cittadini a fuggire dalla politica: invece di parlare di sanità o salario minimo, della Fiat che scappa, è tutta una discussione sul fascismo, e i traditori della patria, e ‘io mi chiamo Giorgia’, questa cosa non è politica”.

“La politica – ha sottolineato a Tgcom24 il leader di Azione – non è un gioco per bambini, per questo noi votiamo i provvedimenti che riteniamo giusti. Perché si deve fare così, e proporre un’alternativa quando non siamo d’accordo. La gente altrimenti fugge dalla politica, va chiusa questa stagione. Abbiamo una situazione per cui ci sono quattro milioni di italiani che non si curano più, non possiamo continuare così. Ora Meloni propone un altro bonus in vista delle elezioni, poi la gente si stancherà: è l’eterna ripetizione dell’uguale”.

“Perché gli studenti non hanno manifestato quando c’erano gli accordi con Teheran, che uccide 834 persone all’anno con la pena capitale? Quello che vediamo contro Israele è l’odio che l’Occidente esprime contro se stesso. Anche io penso che Netanyahu stia sbagliando tutto, ma non c’entra la Brigata ebraica, e non si può prendere le parti di Hamas, che faceva volare gli omosessuali dai palazzi. Li faceva volare dai palazzi”, ha concluso Calenda a Tgcom24.

“Il Riformista”, il direttore Claudio Velardi a Tgcom24: “Servono idee nuove”

La sfida sulle nuove idee è alla base della strada intrapresa dal nuovo direttore de “Il Riformista” Claudio Velardi, intervenuto a Tgcom24. “La passione che metterò in questa impresa devo riempirla di contenuti, la parte più difficile – ha commentato nel collegamento con il direttore editoriale Paolo Liguori – Naturalmente cerco di attorniarmi di di collaboratori e figure intellettuali che possano tirare fuori nuove idee“.