Il realismo batte i sognatori

Alla fine, hanno esonerato Zeman. Un gruppo di impiegati e funzionari del calcio italiano ha gettato la sua testa in pasto ad una campagna di informazione che- temevano- sarebbe arrivata presto a chiedere conto del loro pessimo operato. Hanno guadagnato tempo, perché i Somari, pazzi di gioia per la vittoria, raglieranno per un po’ contro Zeman e il suo calcio impossibile. È’ la vittoria del realismo contro i sognatori, gli illusi? Neanche per sogno, il contratto di Zeman era servito a coprire in fretta le magagne dell’anno scorso, il suo esonero quelle di quest’anno.

Pensateci bene: l’esonero di un allenatore e’ usato in genere per dare una sferzata ad una squadra pigra, questa volta e’ stato usato per lanciare un segnale ai peggiori, quelli che detestano il lavoro il doppio allenamento, i ritiri. Basta guardare il Capitano, che ha seguito il Boemo con un gruppo di giovani ( anche Pjanic, dipinto per settimane falsamente come scontento) e si è trovato in una forma strepitosa. Quelli che hanno esonerato Zeman l’anno scorso volevano mettere in pensione Totti. Ricordate? O i Somari vi hanno rubato anche la memoria. Continua a leggere



Zeman a Lilliput

Speravano in tanti che perdesse. Per rinfocolare polemiche e attacchi. Hanno puntato tutte le critiche sui risultati, omettendo ogni attenuante favorevole. Nascondono da settimane la realtà dei fatti: provate a confrontare Roma e Fiorentina, Zeman e Montella. Tutte e due giocano bene, ma raccolgono meno di quanto meritano; praticamente sono a pari punti (il gol inesistente del Chievo fa la differenza), ma la Roma ha vinto due confronti diretti.
Risultato: parole di miele dappertutto per Montella e i viola, critiche aspre, al limite della denigrazione per i giallorossi. Peggio ancora: quando Zeman perde è regolare, quando vince sono Totti o gli altri giocatori che gli hanno cambiato il modulo in campo. Continua a leggere



VIOLENZA ORGANIZZATA

E’ tornata la violenza. Organizzata, perché quella diffusa è ben presente nella vita quotidiana. E la subiscono certamente anche le migliaia di giovani disoccupati, emarginati, senza futuro.
Ma la violenza organizzata è un’altra cosa, l’abbiamo visto ieri a Roma, Milano, Torino e altre città. E’ quel fenomeno che all’improvviso e simultaneamente trasforma cortei di studenti in dimostrazioni di guerriglia. Con danni devastazioni e feriti.
Sono gruppi infiltrati, dicono gli ipocriti e ripetono gli ingenui. Ma non è vero. Ci si può infiltrare in un corteo, ma non in tutta Italia contemporaneamente. Continua a leggere



I GEMELLI DELL’AUTOGOL

Simmetrici. Gemelli nella disgrazia: Gianfranco Fini e Massimo D’Alema finiscono all’unisono nel mirino dei tagliatori di teste. Per carità, storie diversissime. L’appartamento di Montecarlo regalato al cognato per il presidente della Camera, la rottamazione dei vecchi capi per il leader Pd. Del primo si chiedono le dimissioni, il secondo le offre ma annuncia battaglia politica. Gianfranco ha uno scandalo da nascondere, Massimo ha soltanto un grande potere accumulato che , a quanto pare, non è spendibile adesso. In comune hanno che alla politica di rinnovamento, che va per la maggiore in questi mesi, non servono più. Sono inutili, anzi, pesanti dannosi. Nel 2009 strinsero un patto tra loro, esteso anche a Pier Ferdinando Casini. Bisognava abbattere Berlusconi, un gigante dopo il risultato elettorale, che andava a gonfie vele nella politica fino al terremoto in Abruzzo, fino a quel discorso del 25 aprile a Onna. Il Patto era semplice: se Gianfranco si fosse esposto fino alla scissione, fino a spaccare la maggioranza parlamentare, gli altri due lo avrebbero coperto. Ribaltone, governo di transizione, per Gianfranco una leadership e poi una gara a tre per il Quirinale e il governo dopo le elezioni. Le cose non sono andate così. Continua a leggere