VIOLENZA ORGANIZZATA

E’ tornata la violenza. Organizzata, perché quella diffusa è ben presente nella vita quotidiana. E la subiscono certamente anche le migliaia di giovani disoccupati, emarginati, senza futuro.
Ma la violenza organizzata è un’altra cosa, l’abbiamo visto ieri a Roma, Milano, Torino e altre città. E’ quel fenomeno che all’improvviso e simultaneamente trasforma cortei di studenti in dimostrazioni di guerriglia. Con danni devastazioni e feriti.
Sono gruppi infiltrati, dicono gli ipocriti e ripetono gli ingenui. Ma non è vero. Ci si può infiltrare in un corteo, ma non in tutta Italia contemporaneamente.
E poi gli studenti sanno benissimo che a un certo punto dovranno cedere il passo e la testa del corteo ai gruppi organizzati per menare le mani. Sono giovani, non stupidi. Quelli che non sono d’accordo non vanno ai cortei in certi giorni, oppure vanno via appena si accorgono dei primi traffici dentro il corteo.

Dunque, dobbiamo prendere atto che di nuovo in Italia la violenza spontanea si salda con quella organizzata, trova in essa una rappresentanza e uno sfogo. Ed esistono gruppi sparsi in tutto il territorio in grado di concordare ed attuare un’azione violenta estesa e simultanea.

Ora chiediamoci: che fare? E’ solo un problema di polizia in piazza? Lo è prima di tutto, ma non basta. Anzi aggrava tutto arrivare allo scontro fisico, ai feriti, all’odio alle ritorsioni.
Se esistono organizzazioni violente, vanno individuate bene.

Il problema esiste in tutto il mondo, basta pensare alle grandi rivolte di Londra e di Parigi.
In altri paesi, però, il rapporto tra violenza degli scontri e numero di fermati e arrestati è direttamente proporzionale.
Da noi, si ferma e si arresta pochissimo. Piuttosto, si picchia alla rinfusa, meglio se su soggetti spaventati e in fuga. Fermare i gruppi organizzati significa identificare e scoraggiare. Invece, basta osservare Torino e si scopre che il nucleo duro di tutte le manifestazioni è sempre lo stesso che da anni agisce anche in Val di Susa.
E’ sciocco parlare di infiltrati. Se non si contrastano i gruppi organizzati, la stessa libertà di tutti di manifestare viene messa a rischio.