Il 17 maggio, nel carcere Opera a Milano, si è svolto un evento dell’associazione Nessuno tocchi Caino. Il direttore Paolo Liguori era presente e, in diretta su Tgcom24, ha raccontato: “Il titolo del laboratorio è ‘Compresenza’. Compresenza di Enzo Tortora, Marco Pannella e Mariateresa Di Lascia. Si tratta di un’iniziativa interessante”.
“Questi tre personaggi sono ancora presenti nello spirito: Di Lascia ha fondato l’associazione, Tortora rappresenta il simbolo di una giustizia ingiusta, e Pannella ha sempre sostenuto questi temi e ha patrocinato la nascita dell’associazione, che si occupa dei detenuti e delle carceri”, ha aggiunto Liguori.
“Di Lascia fondò Nessuno tocchi Caino contro la pena di morte. Oggi, l’associazione si occupa – ha spiegato il segretario Sergio D’Elia – non tanto della pena di morte, ma della morte per pena. Non è un gioco di parole. Oggi si è suicidato il 35esimo detenuto dall’inizio dell’anno, sono cifre molto importanti”, ha proseguito il direttore.
In particolare, “all’evento, si è discussa l’idea che una persona una volta arrestata e condannata resti la stessa per sempre. Oggi molti detenuti hanno detto che dal carcere, sia che si entri colpevoli o innocenti, si esce modificati, cambiati. Questo dovrebbe comportare una riflessione, anche dal punto di vista di una norma, che preveda la possibilità di parlare del condannato ma poi di parlare di un altro uomo, quello che ha scontato o sta scontando la sua pena, che è il detenuto. Il condannato e il detenuto sarebbero forse la stessa persona, ma in realtà non lo sono più dopo un certo periodo di tempo. Infatti, ho incontrato detenuti che scrivono, che fanno attività artistiche anche importanti, che rivendicano una loro personalità integra, che non è più quella dell’uomo o della donna che fu condannato/a all’inizio e che però non è riconosciuta”, ha concluso Liguori.