Qualche volta, il venerdì viaggio. E leggo i giornali dalla prima all’ultima riga. Poi, me ne pento.
Adesso, esco stravolto dall’accoppiata Repubblica- Il venerdì.
Sul quotidiano, Adriano Sofri, si avventa su Beppe Grillo, le sue note caratteristiche populiste e antidemocratiche, l’uso spregiudicato della Rete, le sue previsioni politiche sbagliate. L’ex leader di Lotta Continua spiega con cognizione di causa che i movimenti “leaderless” sono sempre dirigisti e nemici della democrazia. Lo spiega riferendosi al Movimento 5 Stelle. Nell’ inserto, con perfetta sintonia culturale, Enrico Deaglio, ex direttore del quotidiano Lotta Continua, attacca con violenza ancora maggiore Re Grillo e la democrazia del Web.
La rete e’ un Porcellum elettronicum, piena di scemenze e perversioni. Grillo e Casaleggio sono due profittatori di ragazzi in buona fede. All’ultima riga dei due articoli, mi sono VERGOGNATO.
Per i due autori e un po’ per me che li conosco da anni. Intendiamoci: non ho simpatie particolari per il movimento di Grillo. Ma ho orrore per i sessantottini trasformati in Bounty Killer per conto terzi.
Tra Pat Garrett e Billy the Kid ho avuto sempre più simpatia per il secondo. Se i movimenti che abbiamo vissuto con Sofri e Deaglio sono stati una gioiosa speranza( come pensano loro) non credo che si possa accollare a Grillo la colpa dell’infrazione delle regole democratiche. Farlo sui giornali fondati da Scalfari, al servizio di De Benedetti, è davvero troppo.
Quel gruppo ha lavorato sistematicamente alla distruzione dello Stato di diritto, fino a produrre la situazione nella quale Grillo detta le sue condizioni dalle piazze e dal Web. Sofri e Deaglio farebbero meglio ad occuparsi di Ottaviano Del Turco, di Angelo Rizzoli, di Silvio Scaglia, tre casi tra i tanti che toccano con violenza persone che conosciamo bene. Perfino se difendessero Ingroia, vittima dell’uso e getta, mi vergognerei meno della caccia a Beppe Grillo.
Quella, lasciatela fare ai Kapò di professione, amici di anni passati.