Una risposta a “Difendiamo il primato della Lombardia

  1. I fatti, le cronache e le interviste relative alla questione catalana mi hanno completamente disorientato. Tutti i principi largamente professati dalle varie mosche cocchiere sulle regole della civile convivenza si sono dissolti nella sequela “dei sì ma”, o “sarebbe stato meglio”.
    Carles Puidgemont, il giovane presidente della regione catalana, coi suoi capelli alla geppetto, sembra che volesse imitare le bugie di Pinocchio per dar vita alla nazione indipendente della Catalogna. Poco importa se la Costituzione spagnola lo impedisse, lui sembra preferire le vicende storiche del passato ai dettami costituzionali. Sembrerebbe che gli stesse stretto essere presidente di una regione, e volesse essere presidente di uno Stato ricco. Così, ha sospinto il popolo che amministra nell’avventura di una falsa votazione, dalla quale non si è ritirato neanche quando le massime autorità dello Stato spagnolo e la magistratura avevano dichiarato l’illegalità del referendum per la secessione della Catalogna.
    Le scene di violenza sono dispiaciute a tutti, anche se sono state inevitabili, ma la responsabilità è solo di Puidgemont. Ha eccitato il popolo in un’avventura illegale. Sempreché la Costituzione rimanga una cosa seria, da considerare col massimo rispetto, e non una dichiarazione di buone intenzioni valide finché non si levano voci contrarie, è su Mariano Rajoy, confortato dal parere dei giudici competenti, che gravava il dovere di difenderla. Vista la pervicace ostinazione di Puidgemont, non rimaneva che l’uso della forza pubblica, e la guardia civil ha svolto i suoi compiti in un contesto molto pesante, che vedeva anche l’eloquente rifiuto all’azione dei colleghi della polizia catalana. Poiché c’erano da impedire le false ed illegali votazioni, la resistenza passiva della folla che, forte del gran numero, voleva ostruire alla polizia il percorso verso i seggi, doveva essere superata. In quelle circostanze, rimaneva solo l’uso della forza, non potendo immaginarsi un’alternativa offerta di bouquet secessionisti da parte degli agenti. In conclusione, quello che è successo è colpa di Puidgemont e di quei catalani creduloni che ne hanno assecondato il sogno di potere.
    Per dare torto a Rajoy, bisognerebbe pensare che il desiderio di una folla rumorosa e pacifica valga di più della Costituzione e che le pubbliche manifestazioni siano la corretta procedura per modificarla, evitando il parlamento.
    Mario

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