SALVIAMO IL TRICICLO

L’Italia è una bambina orfana. Ha fatto scandalo l’iniziativa di Equitalia di recapitare una cartella esattoriale di 170 Euro a una bambina di sette anni a Olbia, individuata come responsabile di una multa del padre morto. Grottesco, ma di quel genere che non fa ridere. Piuttosto, ispira tristezza e timore di una burocrazia cieca. Eppure, possiamo considerare l’episodio una metafora della situazione italiana. Un anno fa, l’Europa ci ha recapitato una cartella esattoriale con una cifra molto più alta: il nostro debito pubblico, quasi 2000 miliardi di Euro.

Li hanno spesi i nostri padri e noi stessi, in quota parte. Abbiamo pensato di lasciare il debito ai nostri figli, come consuetudine. Ma la Germania non ci sta , perché il debito in Euro coinvolge anche i loro figli. Ora, se i tedeschi pensano che noi possiamo pagare subito e tutti insieme quei debiti sbagliano. Devono accettare dilazioni e rate. Ma noi non possiamo fare gli indignati, come il nonno della bambina di Olbia. Lui ha detto: “ non pago, se hanno il coraggio sequestrino il triciclo”. Nel caso dell’Italia, non si tratta di un triciclo, ma della libertà economica di un intero Paese. Dunque, dovremo pagare. Anche quelli che debiti non ne hanno fatto. E allora si comincino a tagliare le spese superflue, i privilegi, i costi eccessivi e gli sprechi della pubblica amministrazione centrale e locale. Prima di arrivare al sequestro dei tricicli.