Liguori: “Ritorno di Berlusconi al Senato importante per politica e giustizia italiana”

 

“Il fatto che Silvio Berlusconi torni al Senato è una tappa importantissima non solo del Senato, della vita politica, ma anche della giustizia italiana. Del rifare, ricostruire una giustizia a partire dalla sovranità popolare, dal voto popolare, che ancora una volta ha premiato un uomo che è già stato votato da milioni di persone”. Lo dice il direttore editoriale di Tgcom24 Paolo Liguori.

 

“Nove anni fa, Silvio Berlusconi fu estromesso dal Senato con un uso e un’applicazione abnorme della legge Severino, che era addirittura usata in modo retrodatato. Una legge talmente discutibile che si è fatto anche un referendum per eliminarla, il quale non ha ottenuto l’effetto di cancellarla soltanto perché è andata a votare metà degli italiani”, spiega Liguori.

 

“Faccio gli auguri a Silvio Berlusconi e anche al Senato e all’Italia, perché si torna a un governo eletto, a un presidente del Consiglio votato dal popolo, alla sovranità popolare e questo è importantissimo. Sappiamo che il punto principale di questo governo sarà la presenza di Silvio Berlusconi, che è tornato a buon diritto nel Senato della Repubblica”, conclude Liguori.

 

Elezioni, Liguori: “I partiti tutti tacciono sul tema della giustizia perché l’elettorato è giustizialista”

“I partiti non possono rispondere a questa domanda di giustizia perché si sono resi conto che l’elettorato italiano è profondamente giustizialista. È poco garantista. Prende più voti chi minaccia con più carcere, repressione e tutte queste cose che spesso avvengono sommariamente, che i politici assecondano ma non dirigono perché nelle mani di una magistratura che ha dato una pessima prova di sé”. Così il direttore editoriale di Riformista Tv Paolo Liguori sull’assenza del tema giustizia nella campagna elettorale dei partiti in vista delle elezioni del 25 settembre.

 

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Carcerazione preventiva, Liguori: “Dalla presunzione d’innocenza stiamo arrivando alla presunzione di colpevolezza”

“Sono anni e anni che si batte sul fatto che la sicurezza si basa tenendo le persone in carcere. Non è così. In carcere dovrebbero andarci quelli presi in flagranza, quelli che stanno commettendo atti di violenza e potrebbero rifarli, in tale caso studiare anche percorsi alternativi al carcere, e poi la criminalità organizzata. Questi dovrebbero stare in carcere perché pericolosi per la società”. Esordisce così Paolo Liguori nella nuova puntata della rubrica “Fatela Finita”, dove con Hoara Borselli e insieme al direttore Piero Sansonetti si continua a parlare del referendum sulla giustizia, fallito a causa del mancato raggiungimento del quorum.

 

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Referendum giustizia, Liguori: “Andate a votare, cinque sì chiari e fatti in maniera massiccia cambierebbero molto le cose”

“Sono questioni importantissime, c’è adesso una riforma, quella della giustizia, fatta dal ministro Cartabia che non è proprio una riforma, è certamente un atto politico importante di questo governo ma non si può lasciar fare solo a una riforma a metà. I problemi che riguardano la giustizia vanno affrontati con più radicalità. Forse non lo può fare la politica che è ricattata, minacciata dalla giustizia perché questo è un paese strangolato dalla giustizia nelle attività produttive, nelle imprese e nella politica”.

 

 

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