8 risposte a “Le tre da ricordare: l’approvazione alla manovra economica, il debito pubblico americano, la crisi dell’impero Murdock

  1. caro direttore io sono di destra e ne sono contento di esserlo ma quando sento berlusconi dire le nostre banche sono solide questo mi manda in bestia qui siamo chi piu chi meno tutti indebbitati e certamente non ne usciremo facilmente le banche anno soldi e sono solde ma gli italiani anzi gli europei non investoni piu perche non hanno soldi da investire e allora mi domando nella mia ignoranza

    a che serve avere banche solide e gente il popolo sempre piu povero???
    ps i grazie alle banche solide sto chiudendo una mia attivita che gestisco da 15 anni

    ciao fanti alessio ( forli) romagna

  2. Vorrei concentrarmi su di un’unica riflessione, che coinvolge, poiché da essi stessi stimolata, i tre temi discussi, annunciati, esposti.

    Il libero mercato, utile ed atto allo sviluppo più significativo delle operose libertà economiche individuali ed intelligentemente, a volte, preposto ad uno sviluppo coerente ed efficace, poiché “libero”, delle società postmoderne, in cui, dunque, la possibilità di lasciar operare i cittadini, gli uomini economici, nel mondo del lavoro si lega, democraticamente, al desiderio, alla speranza, di avere, così, create, liberate “risorse”, (nascita di nuovi posti di lavoro, sviluppo di prodotti diversi da poter offrire ai potenziali consumatori, fino alla realizzazione di quelle risorse che permetteranno la nascita di una qualunque scoperta, invenzione, che migliori le nostre organizzazioni umane…), probabilmente non è sufficiente: ai fini di uno sviluppo maturo, opportuno ed intelligente, dei nostri Stati democratici contemporanei.
    Marx, probabilmente, starà telefonando a Smith, in questo momento, per discutere animatamente della situazione internazionale e per capire quale modello economico sia il migliore: adatto a far lavorare ad hoc, le leggi dell’economia, mentre rispetta i diritti dei lavoratori e non trascura scopi che uniscano il mero profitto economico alla non trascurabile etica del lavoro.
    La felicità di un popolo si misura in relazione alla sua libertà di agire e di esistere, all’interno dello Stato in cui esso è “nazione”. E la felicità di uno Stato, la sua realizzazione, è correlata, inevitabilmente, alla capacità che quello ha d’offrire la massima libertà d’azione ai propri cittadini, non più sudditi, ma parte attiva del sistema politico e guardiani della Costituzione e del corretto funzionamento dei suoi organi; libertà di informarsi, e di essere informati; libertà dal bisogno economico, ma rispetto dell’imposizione fiscale: nel rispetto dei più deboli; libertà di rimanere, nello Stato in cui quei cittadini sono nati, ma possibilità di andarsene, per crearsi una vita altrove.
    Un indicatore potente ed imprescindibile, di una democrazia, è senza ogni ombra di dubbio la libertà d’informazione. Attiva e passiva,esattamente come il diritto di voto. Postulati che la moderma scienza della politica c’ha proposto, per renderci cittadini migliori, uomini informati dell’evoluzione storica dello Stato: quell’organizzazione politica che, disegnata sopra ad un territorio politico, tenta, da troppe lune, d’inventarsi risposte credibili alle troppe richieste che le tante società evolutesi fino ad oggi, gli hanno imposte.
    E come far marciare, nei canali della legalità, i professionisti del mondo del lavoro, mentre la storia degli uomini, da secoli, ci racconta episodi umani talmente lontani dal mondo dell’etica e del diritto? E come poter controllare che i militanti dei partiti politici di massa, vengano reclutati in base al merito, al rigore morale dimostrato, e siano ben lontani, pertanto, dal concetto ormai abusato, distorto, viziato, del “politico di professione”, comodamente gettato, oggi, in qualunque tipo di poltrona più o meno comoda, ma sicura?
    Uno dei migliori mezzi che possiamo sfruttare, intelligentemente, per controllare, continuamente, le nostre democrazie, è il diritto di parola: l’analisi continua, (soggettivamente perseguita, ma oggettivamente proposta), dei fatti del mondo. Questo il compito dei buoni ed attenti cittadini, questo lo scopo più elevato del migliore dei giornalisti: indagare la realtà per discutere il presente, analizzando correttamente le fonti per poter proporre, in seguito, al pubblico, i risultati di tanto lavoro.
    Animare la vita pubblica mentre proporre temi da discutere altro non deve significare che sperare di creare tanti intelligenti forum ove potersi confrontare, civilmente, sui processi in atto nel momento complicato che l’intero “sistema mondo” sta attraversando.

  3. Caro Direttore, giorni fa Debenedetti, Prodi e tre banchieri, cioè i poteri forti del paese, si sono riuniti per decidere la struttura del potere politico dopo la prossima per loro auspicabile caduta di Berlusconi. Una cosa simile, con figure di assai minor potere, l’aveva fatta Bisignani e per questo motivo e’ in galera. Si parla per Bisignani di P4. Come mai per Debenedetti e Prodi non si fanno intercettazioni, non si inviano accuse di P4 o P5?

  4. Caro Direttore, sono un elettore del Pdl e ritengo l’operato del governo Berlusconi, in un contesto economico come quello che stiamo vivendo, sufficientemente in linea con le aspettative; sono però abbastanza favorevole all’ipotesi che Berlusconi stesso ceda il posto ad altra persona del partito, che sia al di fuori delle beghe giudiziarie del Cavaliere e che al tempo stesso sia ben considerato ( ad esempio Frattini o Alfano, ma anche altri ). Per quanto riguarda ilministro Tremonti, invece, pur riconoscendogli indubbie capacità nel settore di competenza ed un notevole carisma, lo trovo troppo interessato a corteggiare tutte le forze politiche e troppo poco attento agli interessi dei cittadini e mi riferisco in particolare modo al fatto che egli non voglia colpire duramente la politica (responsabile in toto dello sfacelo economico che stiamo vivendo) ma si limiti ad azioni paliative per gettare fumo negli occhi. Come pensa che gli italiani si sentano quando vengono toccati nel proprio portafoglio e vedono che i politici e tutti quelli che gravitano attorno alla politica non vengono toccati e mantengono dei vergognosi previlegi.

  5. Cari amici, si parla tanto di sburocratizzare ma nella bozza del decreto non vedo niente di sostanzioso. Facciamo un esempio. Se devo realizzare un capannone ci vuole il permesso di costruire ma per avere tale titolo ci vogliono tanti di quelli adempimenti da far rizzare i capelli. Un esempio si richiede lo SPESAL, si richiede la certificazione provinciale ambientale, si richiede il parere sanitario, si richiede analisi dell’acqua che viene utilizzata(anche se l’acqua viene erogata dall’acquedotto), si richiedono il deposito dei calcoli all’ex genio civile poi dal tipo di destinazione del capannone ci sono altri adempimenti. Per non parlare poi se esiste il vincolo paesaggistico, altra trafila, insomma due o tre anni ci passano. La domanda mia è questa: come mai certi pareri non vengono demandati al tecnico che redige il progetto con certificazioni come quello sanitario ( già succede per l’edilizia residenziale), ambientale, e altri ancora, e gli uffici invece svolgono il ruolo di controllori sul territorio? IL vincolo paesaggistico è tremendo; si esprime un parere esclusivamente soggettivo. Cambia il responsabile e cambia la valutazione del progetto. Perchè tale parere non viene trasferito direttamente ai comuni? Ora con la nuova legge paesaggistica se allarghi una portao fai una finestra o fai un recinto ci vuole ugualmente il parere della sopraintendenza. Insomma si è appesantito l’iter burocratico

  6. Caro direttore,
    chi scrive è una madre molto arrabbiata, non c’era bisogno di Mario Monti per aumentare le tasse, qualsiasi politico avrebbe potuto farlo, come non avevamo bisogno di assistere al penoso spettacolo delle false lacrime della Fornero, mentre io nella mia vita ne ho dovute versare di vere e sofferte.
    Quest’anno ho compiuto 60 anni e sarei dovuta andare in pensione nel luglio del 2012 con 33 anni di contributi, perché dopo anni di vita lavorativa in catena di montaggio mi hanno licenziata in quanto l’azienda ha chiuso lasciandomi a casa a soli un anno e 8 mesi per raggiungere i tanto agognati 35 anni di contributi.
    Inutile dire che malgrado i miei sforzi nessuno mi ha assunto perché sono una donna e perché per loro sono troppo vecchia.
    Dopo questi tentativi e dopo una vita di lavoro allora non ho potuto far altro che dedicarmi io da sola senza l’aiuto di un marito, alla cura di mia figlia, che è disabile psichica dalla nascita, utilizzando come nostra fonte di sostentamento l’accompagnamento di mia figlia.
    Ora mi ritrovo a dover aspettare i 62 anni, a causa di questa manovra ingiusta dove gli evasori rimangono impuniti, dove i politici non rinunciano ai loro privilegi pretendendo di spremere ulteriormente la linfa dalle nostre umili vite.
    Non possono chiederci ancora sacrifici, non a quelli come me, dato che il sacrificio è stata la costante della mia esistenza.
    Giunta alla mia rispettabile età, sono stanca, tormentata dagli acciacchi della vecchiaia, ORA SONO IO A CHIEDERE, dopo aver pagato le tasse, lavorato, e servito il mio paese per una vita di avere il diritto di andare finalmente in pensione.

    Vanda, Monza.

  7. MARO’: se fosse successo a USA oppure FRANCIA,GERMANIA,INGHILTERRA ciò che è capitato all’ITALIA, si sarebbero comportati con la lentezza e la poca determinazione dei nostri governanti?
    Dal 1861 (“UNITA’ d’ITALIA”) non è migliorato NULLA!!! CHIUNQUE, anche l’INDIA nel 2012 può permettersi di umiliarci!!!

  8. La B.C.E. ha elargito 1000 miliardi di euro al sistema bancario europeo per non farlo fallire.
    Ma la manovra non riuscirà a sanare completamente la crisi di fiducia nella solidità degli Istituti bancari.
    Infatti secondo autorevoli economisti non allineati, entro quest’anno dal 10 al 20 pct delle banche
    occidentali falliranno.

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