3 risposte a “Il caso-Marò: rivedi la puntata

  1. @paololiguori non fomentare controinformazione governativa sui #marò già dati per colpevoli prima della prima udienza del loro processo e senza che sia stata presentata nessuna prova, se non ai soliti giornali, che ne parlano e ne danno stralci senza esibirle (esistono). La Difesa non conferma e non smentisce, l’India lo stesso, Piroli idem. Di cosa parlate? Cosa dite?

    Un fuciliere di marina spara “verso” una barca (a 200mt) pensando di fermarla?
    Ma per cortesia… non siate ridicoli.

    Gatti non puo’ aver letto le risultanze delle indagini del kerala, scritte in malanmayano.

    Guarda https://www.facebook.com/photo.php?v=294793750652953&set=vb.469375633144312&type=3&theater … o leggi http://www.seeninside.net/piracy/it-piro.htm

  2. Una nave pirata come può abbordare la vittima se non mascherandosi con qualcos’altro? C’è documentazione del fatto? Strano che sulla petroliera Enrica Lexie, così come a suo tempo x la Concordia, non esista un servizio di sicurezza di video registrazione, capace di documentare i fatti. Avrebbe dovuto essere previsto, che un eventuale attacco pirata, avrebbe comportato versioni contrastanti, perciò l’attacco avrebbe dovuto essere filmato.

  3. L’evento Marò, e non solo, è l’evidenza del come si intendono le relazioni nazionali e internazionali. I cittadini delegano alle Istituzioni funzioni e poteri salvo poi ritirare la stessa delega quando le persone che svolgono le funzioni per lo stesso Stato o Nazione siano coinvolti in eventi luttuosi o spiacevoli; caso specifico quello dei due Sottoufficiali in India. Nelle stesse Istituzioni vige, frequentemente, non accordo sul valore che gli uomini e donne preposte alla sicurezza svolgono per conto delle istituzioni e quindi degli stessi cittadini . Nella mentalità “istituzionale” e di parte di comuni cittadini sembra esserci il concetto che tutti coloro che percepiscono “uno stipendio” e sono preposti alla sicurezza abbiano anche l’onere di rischiare la loro vita. Solo da pochi anni è stato istituito l’indennizzo in caso di morte. Il “cittadino” vive una specie di schizofrenia tra il “delegare” ai suoi rappresentanti le funzioni a tutela di tutti e contemporaneamente negare la stessa delega. Si potrebbe definire la relazione tra cittadini e Stato di amore-odio. Vi sono differenti modi di pensare alla sicurezza da parte dei cittadini stessi. In linea generale solo chi e’ vissuto in paesi non organizzati, dove la sicurezza diventa responsabilità dei singoli o dei clan, può comprendere l’utilità e il vantaggio della “tutela e difesa organizzata” attraverso le forze di sicurezza. Non si parla dei Marò perché in Italia vi sono partiti politici che vedono nei soldati una forma autoritaristica dello Stato e non si rendono conto che una società “libera” come da loro intenzioni rischia di cadere nell’anarchia e nella sopraffazione dei violenti.
    Amalia Ravidà

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