Paolo Liguori: “Votare a settembre è compresso e porta due criticità”

 

L’intervento di Paolo Liguori a “Controcorrente”, durante la puntata di lunedì 25 luglio, inizia con una riflessione in merito ai tempi delle elezioni e su quanto sia difficile andare alle urne a settembre: “È compresso fare tutto tra luglio, quando il governo si scioglie, e ottobre, dove bisogna iniziare a ragionare di manovra economica”.

 

Il direttore editoriale di Tgcom24 prosegue quindi focalizzandosi su due criticità che ricadranno sugli italiani, quando si troveranno un parlamento sempre più casuale e generico: “La prima è che la scelta dei candidati è casuale, veloce, assurda, frenetica, senza una selezione. Inoltre la campagna elettorale sarà cortissima, brevissima, sincopata e porterà a un restringimento dei temi che si limiteranno a chi vince e chi perde”.

“Questa crisi non è solo politica, bensì di sistema – aggiunge nella trasmissione di Rete 4 – Ce la trasciniamo da anni e abbiamo messo solo delle tappe. Vorrà dire che la prossima legislatura dovrebbe fare una riforma costituzionale; servirebbero persone super come quelle che fecero la prima costituente, che si erano applicate anche insieme pur appartenendo a schieramenti diversi”. E lancia la provocazione: “Visto che i presidenti li dobbiamo nominare e poi far votare dal parlamento, questo modello costituzionale funziona ancora?”

 

La discussione si sposta infine sulle mosse dei principali leader politici, a partire da Giuseppe Conte: “Ieri è stato scomunicato ufficialmente dal grande santuario della sinistra e quindi si può aspettare una demonizzazione totale ed esagerata. Piero Sansonetti scherza dicendo che non esiste, ma in questi anni ho visto tutti correre dietro a Conte, prima Salvini e Di Maio, il Pd quando gli serviva per il Conte bis e infine persino Draghi”.

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