Processo plusvalenze, Abodi: “Le lungaggini della giustizia sportiva non vanno ripetute”

 

La sentenza sulla penalizzazione della Juventus, arrivata poco prima della partita di Empoli e con sole due partite di campionato ancora da giocare, ha fatto molto discutere, e non solo i bianconeri come dimostrano le parole di José Mourinho dopo il match della sua Roma contro la Salernitana.

 

Ne ha parlato anche Andrea Abodi, ministro per lo sport e i giovani, intervistato dal direttore Paolo Liguori su TgCom24: “Parte delle lungaggini dipende dalle asimmetrie delle varie procure della Repubblica, perché la giustizia sportiva ha una capacità di indagine relativamente limitata e si affida molto a quello che la giustizia ordinaria mette a disposizione. Ma è vero che i tre gradi di giudizio sono lunghi, soprattutto il terzo, quello al Collegio di Garanzia del Coni, e questo spiazza l’opinione pubblica a prescindere dal tifo. La competizione va tutelata, anche gli altri club devono vivere di certezze. Bisogna fare tesoro di questa esperienza per far sì che non si riverifichi”.

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Mes, Paolo Liguori: “Ricostruiamo l’Ucraina ma in Italia i terremotati non hanno ancora una casa”

 

Paolo Liguori, ospite a “Stasera Italia”, commenta le ultime dichiarazioni dell’Europa che non fanno sconti all’Italia anzi mettono il Bel Paese nel mirino di Bruxelles. “Il treno dell’Europa è scompaginato e in campagna elettorale. Ci sono segnali arrivati dal patto di stabilità e sul Mes da ratificare. Su quest’ultimo il partito di Forza Italia è stato sempre favorevole, parliamo già dai tempi di Silvio Berlusconi”.

 

“Poi, aggiungo, le agenzie internazionali sui conti italiani hanno molto da dire. Noi siamo bravi perché nel momento in cui succedono le cose, e lo sta dimostrando anche questo nuovo governo, facciamo conferenze e insieme agli imprenditori italiani ci prendiamo l’impegno di ricostruire l’Ucraina. Così facendo mettiamo una benda sul fatto che non abbiamo ancora finito di ricostruire le case e le chiese dei terremotati in Italia” ha proseguito il direttore editoriale di Tgcom24. “Io mi levo il cappello difronte a questa politica, e lo dico francamente, sarei uno stupido a fare opposizione ma la verità sui nostri conti è un’altra” ha concluso Paolo Liguori.

 

Paolo Liguori: “I Padri Costituenti italiani erano tutti antifascisti”

 

A “Stasera Italia” Paolo Liguori risponde alla recente dichiarazione del presidente del Senato Ignazio La Russa che, in un scambio di battute con un giornalista di Repubblica, ha detto che “nella Costituzione non c’è alcun riferimento all’antifascismo”.
“La Russa ha scelto una deriva esagerata. Una cosa è vera: i Padri costituenti italiani erano tutti antifascisti e su questo penso siamo tutti d’accordo” ha commentato il direttore editoriale di Tgcom24 rivolgendosi agli ospiti in studio Piero Sansonetti e Giampiero Mughini.

 

“C’erano democristiani e cattolici ed erano tutti antifascisti. I comunisti sono stati al centro della resistenza antifascista così come è vero, e in questi tempi non va molto di moda dirlo, che Hitler e il nazismo sono stati battuti dall’armata rossa. Può stare antipatico Stalin ma questa è la verità. Noi abbiamo manifestato tutti per Jan Palach, considerato un pericoloso anticomunista, che si diede fuoco denunciando la mancanza di libertà” ha concluso Paolo Liguori in risposta a Giampiero Mughini ospite nello studio del programma di Rete 4.

 

 

Editoria, Ruggieri: “ʼIl Riformistaʼ può diventare un bel luogo di confronto”

 

“Il Riformista può diventare un bel luogo di confronto e, perché no, anche di scontro tra opinioni che devono fornire idee e stimolare la politica a dare il meglio nel solco di una linea garantista, che verrà ovviamente rispettata e se possibile anche implementata, e liberale”. Lo ha detto a Tgcom24 Andrea Ruggieri direttore responsabile de “Il Riformista”.

“Si tratta di un’iniziativa del tutto editoriale che vuole arricchire il panorama informativo italiano. Non vedo perché accanirsi con disegni dietrologici che non scomoderei. Chiunque veda in questa operazione qualcosa di strettamente politico sbaglia. Quando nascono nuove iniziative si applaude e si fa l’in bocca al lupo, chiunque sia il protagonista”, ha aggiunto Ruggieri.

“Romeo sotto attacco per Riformista e Unità perché rompe cerchio magico dei giornali manettari”

“Neanche la Pasqua ferma i giustizialisti, che hanno fatto un gran disastro sull’idea che Matteo Renzi ha preso la direzione del “Riformista”. E’ successo anche all’interno del suo partito: Calenda ha detto una frase un po’ ambigua su Berlusconi e sulla sua malattia. Non sono solo polemiche politiche, ma anche editoriali e gravissime per come vengono condotte. Verso l’editore Alfredo Romeo è stato fatto una specie di linciaggio”.

 

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Editoria, Matteo Renzi nuovo direttore de “Il Riformista”

 

Matteo Renzi è il nuovo direttore de Il Riformista. L’annuncio presso la sala conferenze dell’Associazione della Stampa Estera a Roma. Dopo oltre tre anni il direttore Piero Sansonetti lascia la direzione per passare a quella de l’Unità, testata storica salvata da Romeo Editore che verrà rilanciata dopo gli anni bui che l’hanno portata al fallimento. “Ho accettato una sfida affascinante: per un anno sarò il direttore de Il Riformista”, ha dichiarato il leader di Italia Viva.

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Guerra in Ucraina, Paolo Liguori: “La soluzione del governo italiano non c’è, la aspettiamo da Blinken”

 

 

Ospite a “Stasera Italia”, il direttore editoriale di Tgcom24 Paolo Liguori si esprime sull’incondizionato appoggio del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel sostenere anche militarmente l’Ucraina: “La guerra o la si fa o si parla di pace. Noi la stiamo facendo fare agli altri”. Intanto in studio il dibattito si accende tra il vicepresidente del M5s, Michele Gubitosa, e Ilaria Cavo parlamentare di “Noi Moderati” su una possibile soluzione da adottare per porre fine al conflitto tra Russia e Ucraina.

 

“La soluzione del governo italiano non c’è, la aspettiamo da Blinken. Io sono sempre stato con gli Stati Uniti ma mai come in questo periodo era successo che stare con gli USA imponeva di accettare qualsiasi loro politica e qualsiasi loro alleato. Abbiamo conosciuto molto dei loro alleati sbagliati ma avevamo la libertà di critica e di opinione che oggi non c’è”, ha commentato Paolo Liguori in risposta agli ospiti in studio per poi concludere: “L’Europa che io amo, dove sta? Sta vincendo o sta perdendo questa guerra?”.

 

Manifestazione antifascista Firenze, Liguori: “Solo risse tra giovani, il Pd (con Conte) deve scendere in piazza contro la guerra”

 

Il Pd ha indetto per sabato una manifestazione a Firenze contro il fascismo in cui farà la sua prima apparizione pubblica da neo segretaria Elly Schlein a fianco di Giuseppe Conte. Era necessaria una manifestazione contro il fascismo? E perché non una contro la guerra?

 

La manifestazione contro il fascismo è un modo per ritrovarsi in piazza ma voglio avvertire gli italiani, e i fiorentini, che non c’è il pericolo di un’aggressione fascista a Firenze come non c’era il pericolo di un colpo di Stato anarchico in Italia.

 

Per me è stata esagerata l’una come l’altra. Sono due allarmi che servono più a portare la gente in piazza, e posso capire che una segretaria neo eletta voglia risentirsi alla testa della gente. Penso sia un fatto psicologico, più chi fa la manifestazione piuttosto che scongiurare un pericolo che non c’è.

 

Però perché il Pd – tanto più dopo l’adesione del M5s e di Conte – non fanno una manifestazione contro la terribile e sanguinosa guerra che da un anno ci sta ossessionando. Contro la guerra hanno manifestato in Germania e i giornali italiani hanno taciuto. Contro la guerra non significa essere a favore di Putin, significa essere contro Putin ma anche contro chi predica la guerra come strumento di risoluzione delle controversie. I guerrafondai sono uguali dall’una e dall’altra parte. È vero, Putin è l’invasore e Zelensky, secondo me, è l’invasato. Tra i due faccio delle differenze, per carità, però ho paura sia dell’uno che dell’altro.

 

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“Una pazzia indagare Conte e i politici italiani dopo che l’Fbi conferma l’uscita del Covid dal laboratorio cinese”

 

Dopo tre anni di indagini su cose che erano già note almeno due anni fa, si scopre che il virus del Covid esce dal laboratorio di Wuhan dove scienziati non solo cinesi ma anche americani e francesi (e forse anche di altre nazionalità) facevano esperimenti.

Allora degli scienziati usavano dei lavoratori in zona franca – perché in alcuni Paesi è proibito fare esperimenti sui virus – per creare virus che possono disturbare l’umanità. Oggi questa cosa è stata affermata in maniera inequivoca negli Stati Uniti dal dipartimento per l’Energia e perfino dal capo dell’Fbi, che corrisponde in America a quello che da noi potrebbe essere il ministro degli Interni.

Nello stesso preciso identico giorno la magistratura di Bergamo apre un’inchiesta dove incrimina l’allora presidente del Consiglio Conte, il ministro della Salute Speranza, il presidente della regione Lombardia Fontana e l’assessore Gallera. Perché? Per incuria. Omicidio colposo. Avevano trascurato di avvertire la popolazione. Stiamo scherzando? E senza disturbare la magistratura posso affermare che l’organizzazione mondiale della Sanità per quattro mesi di rifiutò, su pressione della Cina, di dichiarare la pandemia.

 

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